Si inaugura sabato 4 giugno alle ore 18.30 la mostra Dazebao di Alberto Gallingani Testo Critico di Sonia Zampini presso l’Art/Studio Gallery di Benevento . La mostra si potrà visitare fino al 21 giugno 2016. Come scrive nel suo testo Sonia Zampini : La quotidianità stessa, con il peso delle sue odierne contraddizioni (concetto ben reso, negli ultimi quadri di Alberto Gallingani, con l’uso di fogli di quotidiani come base della pittura) diventa il principale referente dell’artista. Insieme a questa corrispondenza tra società e arte osserviamo nel ciclo “AGN…” anche un’ulteriore evoluzione strettamente connessa al segno, a quel tratto certo e sicuro che contraddistingue da sempre la pittura di Gallingani e la sua grafica. Il segno, a cui l’artista affida il compito di essere voce irriverente di denuncia. Un apparente silenzio domina i quadri della serie “AGN”, ma ben presto osservandoli con più attenzione ci accorgeremo che un prolificare di voci, udite nella discordanza caotica che le accosta le une alle altre, si alza come un sommesso coro che acquista preponderanza alla vista, come un lento avanzare di suoni che indicano tumulti e che presto ci domineranno. Questo silenzio interrotto nasce dall’osservazione della base del dipinto della tela stessa. Le opere della serie “AGN” investono infatti di suoni sordi lo spettatore che vi si immerge nell’osservazione; i quotidiani, disposti l’uno accanto all’altro sulla superficie di fondo della tela, avvertono costantemente lo sguardo astante, lo investono con moltitudini di parole simili ad allarmi, come urgenze che invocano la vista. Questo esercito di suoni descrive al meglio la disarmonia come nuovo equilibrio della contemporaneità, in riferimento proprio al concetto di caos originario che secondo le cosmologie greche era l’insieme degli elementi materiali senza ordine che persiste nell’universo ordinato. In questo disordine che giornalmente ci investe Alberto, recuperando la connotazione attiva dell’arte di cui abbiamo trattato all’inizio del testo, impone il colore ma anche il segno che ritorna ora di nuovo a definire bene l’indicazione di una possibilità altra. Colore e segno indicano il dialogo dell’artista con la realtà storica sociale che lo circonda, rappresentata dalle pagine dei quotidiani in relazione alla pittura. All’artista il compito non solo di dialogare ma di trovare alternative possibili, vie di uscita rispetto a una condizione di base, come quella rappresentata dai quotidiani, che disumanizza e altera l’equilibrio fragile del tempo. Il gesto, attraverso il tratto e le zone di colore, auspica un desiderio di incontro, di ripristino degli elementi primi, del dialogo in forma di condivisione contro la minaccia latente delle voci che prendono corpo. L’artista dipinge a tal scopo sulla tela ampi segni che accolgono elementi direzionali a indicare vie di fuga, che si alternano tra definizioni in riferimento sia alla presa di coscienza di sé e del proprio stato.
ALBERTO GALLINGANI
è nato a Firenze dove vive e lavora. Dopo un primo momento di esperienze pittoriche formative a carattere realista viene in contatto, nel 1961, con gli artisti dell’area dell’astrazione fiorentina e in particolare con Vinicio Berti con il quale porta a compimento la sua formazione e matura e realizza la sua esperienza nell’ambito della Pittura di Nuova Realtà. Nello stesso momento frequenta la Galleria Numero di Fiamma Vigo nella quale, giovanissimo, tiene la sua prima personale. Nel 1965 vince una borsa di studio per giovani artisti bandita dal Comune di Firenze. Nel 1969, redige il Primo Manifesto della Pittura di Nuova Realtà. E’ il 1971 quando fonda con altri artisti fiorentini, lo Studio d’Arte “Il Moro” e con loro aderisce al Manifesto della Morfologia Costruttiva. Intanto la sua esperienza artistica si evolve, nasce il ciclo della Geometria Utopica (1973) che mette in risalto i valori ideologici nei rapporti umani. I suoi interessi si dilatano: usa la fotografia. E’ del 1976 l’allestimento “Ho disegnato sul pavimento un quadrato di 50 centimetri di lato” e tiene, nel 1977, la sua prima performance, “Ho dipinto con il bianco”. E’ l’inizio di un periodo di intense esperienze che lo portano fino alla marginalità della Mail Art. Nel 1978 fonda con Gianni Becciani “Art in Opposition”, la prima rivista, in Italia , di Arte Postale. E’ invitato alla XVI Bienal de Sao Paulo – Arte Postal a cura di Walter Zanini (1981) Nello stesso periodo realizza molte foto dipinte e nel 1979 la pittura riemerge totalmente. Nasce così (1982-1986), il ciclo Lettere da Berlino. Dal 1981 la sua attività esce dai confini nazionali trovando in Europa il terreno fertile per la sua espansione. Dal 1992, il lavoro si evolve verso la complementarietà dei linguaggi. Nel 1998 nasce la GALLINGANI&associati. Partecipa alla 50° Biennale di Venezia (2003) Sezione Extra 50 – Progetto Brain Apartment Curatori Emilio Morandi e Guglielmo Di Mauro. Nel 2003 fonda con altri artisti ZEROTRE Movimento per l’Arte Effimera Dal 2004 GALLINGANI&associati produce video. Sono passati molti anni, tanto materiale è passato agli archivi della storia personale di Alberto Gallingani ma l’incessante ricerca di rinnovamento porta l’autore ad un costante processo di analisi del contesto storico nel quale opera, dimostrando, con il suo lavoro, tutto il coraggio tipico di quelle avanguardie ormai sepolte dal miope oblio della contemporaneità. Il suo lavoro è sempre più presente sulla scena Europea, Americana e Asiatica con esposizioni in musei e gallerie private consolidando così la sua vocazione internazionale.