Storia all’epoca delle crociate: si leggono nomi e vicende che richiamano la triste attualità, sembra anzi la “cronaca” odierna. La religione? La solita scusa. I motivi? Denaro e potere. Da leggere in particolare l’ultima parte:
“Le forze che sostenevano il Regno latino di Gerusalemme (che fu conquistata dai crociati il 15 luglio del 1099 ndr) – subito minacciato dal circostante islam che, riavutosi dalla sorpresa, passò presto al contrattacco – erano essenzialmente costituite dall’aristocrazia crociata che presto s’imparentò con famiglie nobili siriaco-cristiane o armene, dalle città marinare italiane che avevano partecipato alla presa di numerose città costiere, nelle quali fondarono le loro fiorenti colonie mercantili, dagli Ordini religioso-militari fondati per proteggere i pellegrini diretti in Terra Santa (…). Nacquero così i ‘Pauperes Christie t salomonici Templi’, ossia i ‘Templari’, e gli ‘Ospitalieri’, o ‘Cavalieri di San Giovanni’ (in seguito chiamati di Cipro e oggi di Malta). Più tardi si aggiunsero quelli di Santa Maria che appartenevano esclusivamente alla Nazione germanica e furono perciò chiamati ‘Teutonici’. I travolgenti successi dei Franchi (così Bizantini e musulmani chiamavano tutti gli Occidentali) avevano provocato un rapido risveglio dei poteri musulmani locali, che si erano quasi subito riavuti dalla sorpresa e avevano cominciato a riorganizzarsi per contrattaccare. I guerrieri occidentali erano obbligati a chiedere all’Europa latina aiuto per conservare e ampliare le nuove conquiste e ne ricevevano soprattutto sotto forma di spedizioni marinare da parte delle città italiche (Genova e Pisa immediatamente, un po’ più tardi Venezia); inoltre, essi miravano a sfruttare la rivalità tra i califfati concorrenti, quello sunnita di Bagdad e quello fatimide del Cairo, la cui incerta frontiera passava proprio per l’area siro-libano-palestinese (…). La riscossa musulmana partì dalle città siro-mesopotamiche del Nord, cioè da Aleppo (attuale Siria) e da Mosul (attuale Iraq), governate nel nome del califfo di Baghdad e dal suo consigliere-protettore turco-selgiudiche, il sultano, da una dinastia di atabeg (in turco: “padre dei capi”, cioè governatore generale) fondata da Imad ad-Din Zenqi. Quest’ultimo mirava a unificare sotto il suo potere tutti gli emirati della regione tra il mar di Levante e l’Eufrate; inoltre , musulmano sunnita intransigente come tutti i Turchi, guardava con ostilità al califfato sciita del Cairo.. La nobiltà franco-siriaca, costituita dai discendenti della Prima crociata ormai radicati in Terrasanta e che rappresentavano la classe dirigente del Regno di Gerusalemme, conosceva bene questa situazione e sapeva che l’ampliarsi e il rafforzamento del potere dell’atabeg di Damasco e di Mosul stavano determinando in tutto il mondo islamico del Vicino Oriente, paure e sopsetti, inimicizie e gelosie: dal sultano di Baghdad al califfo del Cairo agli emiri arabi di Siria, il più forte dei quali era quello di Damasco, si andava costituendo un ampio fronte ostile a Zenqi. Sarebbe stato sufficiente per i ‘Franchi’ collegarsi ad esso in un’alleanza cristiano-musulmana per la quale esistevano tutte le condizioni e il Regno sarebbe stato al sicuro. Ma alla fine in Occidente si optò per una nuova “crociata”. Della necessità d’una nuova grande spedizione tesa a tutelare le conquiste si convinse Papa Eugenio III (…). Ma la grande spedizione partita dall’Europa del 1147 fallì, principalmente per colpa del re di Francia Luigi VII che ascoltando pessimi consiglieri non riuscì a trovare un accordo né con il Basileus Manuele Comneno di Bisanzio né con il re Ruggero II di Sicilia, che sarebbero stati i due monarchi cristiani da coinvolgere in un progetto serio di controllo del Mediterraneo orientale; inoltre il monarca capetingio (francese) si lasciò convincere ad assediare Damasco, il cui emiro sarebbe stato il naturale alleato dei Franchi contro il pericolo espansionistico dell’atabeg di Aleppo e Mosul e che invece ne divenne il principale nemico a causa delle scelte errate dei consiglieri di Luigi VII abbagliati dal miraggio della conquista della ricca capitale della Siria (…). La seconda metà del XII secolo vedeva intanto l’affermarsi d’un giovane generale, un curdo a nome Salh ed-Din Yusuf, il celeberrimo Saladino. Le sue conquiste furono inarrestabili e proclamatosi sultano divenne in breve tempo padrone dell’Islam in tutta l’Asia anteriore, restaurando l’ortodossia sunnita in Egitto, unificando le forze musulmane e ponendo Damasco come capitale. Il Saladino non fu un fanatico della guerra santa a tutti i costi ma anzi un diplomatico finissimo e politico di prim’ordine. A mano a mano riconquistò tutti i territori occupati dagli occidentali: era giunto il momento d’assediare Gerusalemme. Nonostante l’eroica difesa di Balian d’Ibelin, tentar di resistere al Saladino era follia: con una capitolazione onorevole, i cristiani poterono uscire dalla Città Santa mentre il Saladino se ne impadroniva (2 ottobre 1187) comportandosi con la consueta umanità. Egli fu generoso con i cristiani, specie con i più poveri, permettendo loro di uscire dalla città assolutamente indenni, liberando i più indigenti fra loro senza chiedere il riscatto pro capite stabilito nei patti e vettovagliandoli con larghezza. Meno generosi si dimostrarono i principi franchi delle zone che i musulmani non avevano ancora occupato (Tripoli e Tiro principalmente), i quali dettero asilo solo ai più ricchi tra loro e addirittura si abbandonarono ad atti di brigantaggio nei confronti di altri, costringendoli a continuare la loro marcia – alleggeriti naturalmente delle cose di valore che erano riusciti a salvare – verso il principato di Antiochia.”
Grandangolo Storia – Le Crociate