Lo chiamavano Jeeg Robot è un titolo forte, altisonante, che lascia presagire un gran film. Ma come adattare una storia di supereroi all’Italia? Come farlo visto che non c’è uno storico, non ci sono fumetti da cui prendere spunto?
Il duo Mainetti/Guaglianone (regia e sceneggiatura, conosciuti già per il cortometraggio Basette, ispirato a Lupin III) invece ha stupito tutti, dando forza, credibilità e spessore ad un supereroe “made in Italy”. Sul grande schermo un Claudio Santamaria straordinario, ingrassato di quasi venti chili, per entrare nella parte, che interpreta il tipico ragazzo di borgata cresciuto in un quartiere difficile che si ritrova, suo malgrado, ad avere dei poteri straordinari.
Mainetti, primo esperimento nel suo genere, sdogana il Supereroe Italiano, perfettamente adattato a quella che è la realtà del nostro Paese, utilizzando l’ironia e la comicità, ma senza mai far cadere il suo personaggio nel demenziale o nel ridicolo o la sua storia in qualcosa di poco credibile. Il “patto narrativo” con il pubblico è salvo che dopo un po’ Enzo Ceccotti (è il nome del supereroe de noantri) comincia ad essere “adottato” da tutti, tanto che in sala, durante alcune scene particolarmente significative, partono una serie di applausi spontanei.
Molti si chiederanno “cosa c’entra Jeeg Robot in questa storia?”, rispondo facilmente, poco o niente. Jeeg robot un omaggio del regista (come detto da lui stesso durante la conferenza stampa) ad un personaggio che amava particolarmente, ma anche un spunto di riflessione per il protagonista che da una vita senza significato trae l’esempio per svoltare e cambiare direzione. Jeeg diventa il simbolo della sua rinascita, anche grazie alla “sua donna” che è una ragazza con grandi problemi, letteralmente ossessionata da Jeeg e da Hiroshi Shiba.
Un messaggio importante quello che ci lascia il film, uno verso lo spettatore, che viene coinvolto in una storia godibilissima e credibilissima, tutta ambientata in una città italiana, agli addetti ai lavori, dimostrando che da sempre, in Italia, il cinema lo si fa con le idee e con i progetti seri, anche se questo film costa un duecentesimo di Avengers.
Da segnalare anche il cameo dell’ottimo Salvatore Esposito (protagonista della serie Gomorra), che interpreta il classico camorrista napoletano, un po’ stereotipato, ma ci sta benissimo.
In ogni caso a me è piaciuto molto, anche quando ho sorpreso Mainetti (straordinario in questo film, di cui ha realizzato anche la colonna sonora, ma d’altra parte ci aveva già ampiamente stupito con Basette) con un dettaglio che nessuno delle persone presenti in sala aveva notato, una chicca da Nerd, ma Jeeg Robot, per me, è stato materia di studio approfondito.
Detto questo, voi cosa fareste, da italiani, se all’improvviso vi ritrovaste con un potere fantastico come quello che si ritrova ad avere Claudio Santamaria?
Io non lo so, ma alcuni pensierini strani li farei 😉 .