Trent’anni di vita nello stesso ufficio. Trent’anni di esperienze che due impiegati si raccontano, dietro le proprie rispettive scrivanie. I due attori casertani Enrico Ianniello e Tony Laudadio portano in scena al “Teatro Ricciardi” di Capua la commedia “Un anno dopo”, prodotto da Onorevole Teatro Casertano e Teatri Nuovi. Atto unico scritto e diretto da Tony Laudadio che è stato scelto come terzo appuntamento della rassegna “Teatro a Primavera”, comprendente spettacoli tra gli altri di Silvio Orlando, Marina Massironi, Peppe Miale e Federico Salvatore.
Collaudata coppia di attori, Tony Laudadio ed Enrico Ianniello hanno condiviso sin dalla formazione, alla Bottega di Vittorio Gassman ed alle prime prove d’attore con Federico Tiezzi e Leo De Berardinis, gran parte delle loro esperienze professionali. Dopo aver fondato la compagnia Onorevole Teatro Casertano, sono insieme sulla scena con Toni Servillo, Andrea Renzi, Francesco Saponaro, Nicoletta Braschi e sullo schermo con Nanni Moretti. Entrambi vengono scritturati dal regista per Habemus Papam, così come Fabrizio Bentivoglio li sceglie per interpretare due parti in Lascia perdere, Johnny. Enrico Ianniello ha raggiunto ancor più popolarità grazie al ruolo del commissario Vincenzo Nappi nella serie TV di Rai Uno “Un passo dal cielo” insieme a Terence Hill, mentre in questi giorni è nelle sale con Mia Madre, il nuovo lungometraggio di Nanni Moretti con Margherita Buy e John Turturro.
Goffredo (Enrico Ianniello) e Giacomo (Tony Laudadio) si ritrovano a lavorare in un ufficio, uno di fronte all’altro. Personalità contrapposte animano i due personaggi. Dopo neanche qualche minuto dall’arrivo, Goffredo cerca subito di entrare in confidenza con Giacomo che, da par suo, è una persona molta riservata e difficilmente esprime i propri stati d’animo, i propri punti di vista. L’espansività dell’uno si controbilancia alla discrezione dell’altro.
Ma Goffredo non si fa intimidire da questa sua privacy e con il passare degli anni riesce, in un modo o nell’altro, a scoprire particolari della vita di Giacomo che mai avrebbe immaginato. Molto più espansivo, Goffredo racconta quotidianamente l’evoluzione positiva e negativa della storia con Lorena. Un rapporto abbastanza strano che, dopo aver subito un momento di riflessione corposo, sfocia nel matrimonio. Ma i problemi, che esistevano all’interno del fidanzamento, non vengono risolti durante la convivenza. Neanche la nascita di un figlioletto riesce a dare equilibrio alla loro storia, tanto che sarà obbligatorio per entrambi prendere la via del divorzio.
Per diversi anni Giacomo ascolta le avventure di vita del collega di lavoro, usando ironia per ridicolizzare i suoi difetti e le sue frustrazioni. Anno dopo anno, infatti, Goffredo annuncia che quello sarà l’ultimo in cui vivrà in un paesino di provincia ed andrà a costruirsi un futuro molto più interessante a Roma. Con scadenza giornaliera, questo sogno nel cassetto verrà sempre posticipato, tanto da alimentare le battutine argute di Giacomo. Il volersi discostare per forza dal provincialismo altrui fa di Goffredo l’esempio perfetto del detrattore di se stesso.
Accortosi improvvisamente di parlare sempre e solo di sé, Goffredo obbliga a parlare Giacomo della sua vita. Scocciato da questa curiosità altrui, come mai gli era capitato prima, Giacomo gli rivela della convivenza con la sorella, di una quotidianità abbastanza ripetitiva e di un solo unico hobby: scrivere sinossi. Davanti a tale rivelazione, finalmente Goffredo è contento di aver scoperto un minimo particolare che riguardasse la vita del suo collega. Servirà più di qualche attimo per capire cosa significhi la parola sinossi, tra le risate di Giacomo che si prende beffe del compagno di lavoro.
Sotto estenuanti turni di lavoro, con gli occhi dal computer che vengono staccati solo per la pausa pranzo, trascorre il tempo ed i due iniziano a fare i conti con i primi capelli bianchi, con i problemi fisici dovuti al primo accenno di anzianità, con una memoria che non è più quella della gioventù. Così si arriva all’anniversario per il trentesimo anno di lavoro insieme, con tanto di torta e spumante. Giacomo resta sorpreso dall’attenzione di Goffredo verso questi particolari e quasi appare commosso.
Solo a fine rappresentazione, quando arriva la prematura scomparsa di Goffredo, Giacomo si accorge che le paranoie, le vicissitudini e le aspirazioni del collega abbiano allietato così tante ore di lavoro. Per la prima volta nell’arco di trent’anni, Giacomo senta la sua mancanza e, guardando il posto ormai vuoto dall’altra parte della stanza, lascia trasparire il dispiacere per aver perso non solo un compagno di viaggio ma soprattutto il miglior confidente ed amico.