Anastasia è il cliché della piccola fiammiferaia, la ragazza della porta accanto che potenzialmente è gnocca, ma che è talmente sfigata che niente, lavora al “Paradiso della brugola”, la ferramenta del quartiere.
Anastasia è insicura.
Al limite della demenzialità.
E si morde le labbra.
Continuamente.
Mi raccomando, sono particolari importanti
Un giorno Anastasia aiuta la coinquilina ammalata – presumibilmente ha la gonorrea, ma non si capisce bene – e va a intervistare il Figo della città, tale Mister Grey, che lavora… No. Non lavora, lui fa i soldi forte. Non si sa che lavoro faccia, non si capisce, mai. Ovviamente è attorniato da segretarie strafighe che potrebbero spicciare casa a Victoria’s secrets, ma vabbè, chi se le incula, meglio la sfigata che lavora in ferramenta ed è vestita di merda.
OVVIO.
L’apice del film è comunque subito all’inizio, quando Anastasia entra nell’ufficio e, mah, inciampa nel testosterone di Mister Grey. Non c’è nulla, manco uno scalino e lei vola come se Chuck Norris le avesse dato un calcio rotante alle spalle.
Come dicevo, è il momento più interessante del film.
Naturalmente lei dopo alza lo sguardo, lo vede, lui la osserva sbigottito e “Sta bene, signorina?”.
“Ah, sì…”.
E ha il primo orgasmo.
Così, a caso.
Inizia il gioco delle parti, con note grottesche.
Lui la vuole, poi no, poi boh, lei pure ha le idee confuse, rimane insicura, morde il labbro, si ciuccia la matita che ha fregato in ufficio, lui la chiama, le fa regali (che costano come il salario annuale di un metalmeccanico), lei no, poi sì e alla fine il mega dramma: si sbronza con uno short al succo di mela.
A questo punto Anastasia decide di chiamare Mister Grey, mentre è in fila al cesso e lo percula. Lui chiama la CIA per scoprire dov’è e interviene proprio quando il migliore amico della sfigata raccoglie il coraggio dopo 15 anni di amore segreto e si dichiara. Per tutta risposta il migliore amico si becca due schiaffi da Mister Grey. E Anastasia vomita.
Una serata memorabile, insomma.
Tutto questo succede nella prima mezz’ora, tempo durante il quale il mio cervello ha subito diversi collassi a causa della recitazione di Dakota Johnson/Anastasia. Che è pari a quella di una zucchina bollita.
Senza sale e olio.
Ah, di base Mister Grey è immotivatamente ricco, dispotico e sa fare tutto: guida elicotteri, emana testosterone a comando, è telepatico, sa piegare i metalli. Insomma, è un X-Man con solo tre punti deboli: non sa sorridere, non ciula mai nel proprio letto e ha un fratello tamarro di Tor Vergata.
In tutto questo scopriamo che Anastasia è vergine.
Ma arriviamo al punto cardine del film: Anastasia scopre che a Mister Grey piace farlo strano. O meglio, come dice lui: “Io non faccio l’amore. IO. SCOPO. FORTE”.
AhahahhahahahahahahhahahahahahahhaAhahahhahahahahahahhahahahahahahhaAhahahhahahahahahahhahahahahahahhaAhahahhahahahahahahhahahahahahahhaAhahahhahahahahahahhahahahahahahhaAhahahhahahahahahahhahahahahahahhaAhahahhahahahahahahhahahahahahahha...
Mavaffanculo Mister Grey.
Torniamo a noi: lui la sfiora e lei gode, lui la guarda e lei si morde il labbro, lui le accarezza la testa e lei ha un orgasmo, lui starnutisce e lei ha orgasmi multipli, lui scoreggia e lei pensa sia brezza marina.
È chiaro a tutti che siamo finiti nel vortice della demenzialità, secoli di lotta femminista buttati al cesso e boh, ridateci nove settimane e mezzo, per favore, ma di cosa cazzo stiamo parlando?
Mister Grey e Anastasia comunque si accordano per un contratto di sadomasochismo. O meglio: foglio alla mano, discutono di fisting vaginali e corde.
Ah, altro momento aulico, lei che chiede cos’è il dilatatore anale. Improvvisamente entrano in scena due zoccole che portano vino.
E dopo una scopata e mezzo, Anastasia diventa una troia consumata, un’arrizzacazzi di proporzioni epiche.
Per la laurea di Anastasia, Mister Grey decide di venderle il suo maggiolone Volkswagen senza dirle nulla. Per poi comprarle una qualunque Alfa Romeo.
[Se l’avesse fatto a me, ora il dilatatore anale sarebbe nel culo di Mister Grey. Insieme al Muppet Show]
E niente, il film prosegue così, con torture sessuali (addirittura la sculaccia) e dialoghi sterili.
Dopo questo film Dakota ha un futuro come friggitrice di patatine fritte.
E, per favore, ridate il salotto rosso a David Lynch, gli serve per il sequel di Twin Peaks.
[Ah, forse si salva la colonna sonora tremendamente pop]
Fonte: Matteo Bianx