Chi è Stephen Hawking? James Marsh prova a raccontarlo con “la teoria del tutto”, un film prodotto nel Regno Unito e distribuito nel 2014 dopo la sua presentazione in anteprima al “Toronto International film festival”. Si tratta di un’autobiografia del fisico, cosmologo e astrofisico inglese a cui da giovane venne diagnosticata la malattia del motoneurone (patologia progressiva che porta ad atrofia muscolare). Dopo la laurea all’università di Cambridge, Hawking dimostra di essere una mente brillante grazie agli studi sull’origine dell’universo, l’evoluzione delle stelle e i buchi neri. La graduale riduzione di motilità non affievoliscono il suo genio matematico nemmeno quando sarà costretto a utilizzare un sintetizzatore vocale per comunicare. Il sogno dello scienziato era scoprire una semplice ed elegante equazione matematica che spiegasse l’origine di tutto. Il tema del tempo inteso non solo come una semplice entità misurabile, è quindi molto importante per S. Hawking.
Jane Wilde, moglie dello scienziato, ha avuto un ruolo fondamentale nelle conquiste scientifiche del marito. Una donna forte che ha amato fino al distacco finale di un amore solido, sincero, che ha fatto fatica a tenere lontano l’interesse nei confronti di un’altra persona. Grazie alla tenacia di Jane, Hawking ha superato momenti difficili tra i quali la perdita della facoltà di camminare, compiere movimenti o parlare. Un episodio specifico descrive bene la personalità di Jane Wilde: durante una rappresentazione teatrale Stephen Hawking scopre di essere affetto da una polmonite che richiederebbe un rischioso intervento chirurgico di tracheotomia permanente. Nonostante i dubbi dei medici circa il buon esito dell’intervento, Jane acconsente a procedere allungando la vita del marito di diversi anni.
L’intera vicenda è in flashback ed ha un andamento circolare aprendosi e chiudendosi con il ricevimento di Hawking a Buckingham Palace per un’onorificenza consegnatagli dalla regina di Inghilterra.
L’interpretazione di Eddie Redmayne nei panni dello scienziato, ha fatto vincere all’attore il golden globe 2015 come miglior attore in un film drammatico. Anche la colonna sonora di Johann Johannsson (golden globe 2015 come migliore colonna sonora originale) è straordinaria. Alcuni brani come “A game of croquet” o “Cambridge 1963” restano in mente per tanto tempo.
Il film ha una buona direzione alla fotografia. Le inquadrature sono discrete con molte riprese dall’alto che gradualmente si avvicinano ai soggetti della scena o primi piani che intensificano la carica emotiva suscitata da alcuni spezzoni. Giudizio positivo anche per la sceneggiatura: la trama è coerente con i reali episodi della vita dello scienziato. La necessità di condensare un’intera esistenza in 123 minuti di pellicola, hanno ovviamente portato il regista a concentrarsi sul rapporto tra Hawking e la prima moglie o sul decorso della malattia, tralasciando altri aspetti.
Nel complesso è un film non impegnativo ma emozionante, forse tra i più interessanti che le programmazioni cinematografiche stanno presentando in queste settimane. Certo non si può dire che sia da Oscar (sebbene la critica internazionale ne parli come un possibile candidato). Un buon prodotto di cui vanno apprezzate diverse caratteristiche.