Sala gremita per la prima dello spettacolo teatrale “La gatta sul tetto che scotta”. Dopo la pausa per le vacanze natalizie, il Teatro Comunale di Caserta ha aperto il 2015 con una rappresentazione che molti in Terra di Lavoro aspettavano sin dalla pubblicazione del calendario dell’attuale stagione. I biglietti sono andati a ruba ed è stato difficile trovare un posto libero in sala. L’opera è tratta dal libro “La gatta che scotta sul tetto” del drammaturgo statunitense Tennessee Williams che nel 1955 ottenne il premio Pulitzer per la sua fatica letteraria. Il secondo riconoscimento di tale importanza per lo scrittore che nel 1948 ruppe gli indugi con Un tram che si chiama desiderio, conquistando per la prima volta nella sua carriera quella che è considerata come la più prestigiosa onorificenza nazionale per il giornalismo, per successi letterari e composizioni musicali. Tale opera è stata portata sul grande schermo dal regista Richard Brooks e vantava come protagonisti Liz Taylor e Paul Newman. Ultimamente anche Scarlett Johansson si è cimentata, con grande successo in tale parte.
La gatta sul tetto che scotta narra la storia di una donna, Maggie, che per alleviare la cocente situazione familiare in cui si trova, imbastisce una rete di bugie. Di bassa estrazione sociale, Maggie la gatta, teme di dover lasciare la casa ed il marito Brick, se non riesce a dare alla famiglia di lui un erede. Tra giochi passionali e abili caratterizzazioni, affiorano sensualità cariche di sottintesi e di contenuti inespressi o inesprimibili; all’ideale della purezza dei sentimenti si contrappone la dura realtà di un mondo familiare e sociale pieno di ipocrisie.
Maggie è impersonificata da Vittoria Puccini, resa famosa dalla serie tv Elisa di Rivombrosa che negli ultimi anni si è divisa tra tivù (dove tra l’altro ha interpretato Anna Karenina e si appresta ad impersonare Oriana Fallaci), e cinema dove ha lavorato con diversi registi tra cui Gabriele Muccino (Baciami ancora) e Lucio Pellegrini (La vita facile). Ad interpretare Brick, marito di Maggie, alcolizzato e sportivo fallito, è invece Vinicio Marchioni, attore reso popolare dall’interpretazione del Freddo nella serie televisiva Romanzo Criminale. Intorno alla loro relazione si fonda il testo di Williams, che è stato riadattato in versione teatrale dal regista Arturo Cirillo, produzione della Compagnia gli Ipocriti e Fondazione Teatro della Pergola.
La storia d’amore tra Brick e Maggie si sta consumando nell’alcol del primogenito di una ricca famiglia americana e nella preoccupazione della moglie che rischia di essere abbandonata, qualora non riesca a regalare un erede alla dinastia. La parte di Maggie la gatta calza a pennello nella Puccini che interpreta nel migliore dei modi una donna insoddisfatta, che vive la sua quotidianità con un malessere enorme. L’impossibilità di avere un figlio ne sta distruggendo l’animo, così come i problemi del suo rapporto trovano riscontro nella decisione di Brick di non dormire insieme nello stesso letto, preferendo passare la notte su un freddo ma più accogliente divano. Logorato dall’alcol e dal malcontento lavorativo, il marito passa le giornate a bere senza interruzioni, pensando al suo passato che sarebbe potuto essere entusiasmante e che invece ha subito un duro colpo a causa della morte del suo migliore amico Skipper.
Per tutta la durata dello spettacolo, Marchioni non cambia di una virgola il suo atteggiamento, riuscendo comunque a dimostrare quanto sia pesante condurre una vita con una persona che non si ami più. Nel loro rapporto entrano spesso a gamba tesa i genitori di lui, il capostipite Henry Pollitt (Paolo Musio) e la povera mogliettina Franca Pennone, che esprimono perfettamente l’amore ed allo stesso tempo la rabbia per il figlio Brick, primogenito preferito rispetto al secondo figlio Gooper che viene interpretato da Francesco Petruzzelli (la moglie è Clio Cipolletta).
Un’ora e quaranta di buon teatro che gli spettatori presenti nella sala del Teatro Comunale di Caserta hanno apprezzato, tanto da riservare un caloroso applauso ai protagonisti della pièce. A conferma che il Teatro Pubblico Campano ha fatto la scelta giusta ed ha regalato alla platea casertana uno spettacolo di buona fattura. Da migliorare la puntualità, poiché non si possono attendere venticinque minuti per l’inizio. In altri teatri italiani, sarebbe stato il finimondo. A Caserta no, perché la gente ama arrivare in ritardo.