Bentrovati Carissime e Carissimi!
Siamo quà per presentare un opera: Pluto, in animazione di otto puntate da un’ora circa l’una, da poco uscita su Netflix.
Noi abitanti del vecchio continente e più precisamente dell’Europa meridionale, quando sentiamo il nome Pluto, piuttosto che sbracciare per urlare al mondo la nostra conoscenza del cane più famoso della Disney, dovremmo perlomeno ricordarci che Hades o Pluto che deriva dal greco antico Πλούτος (Ploutòs), che significa “ricchezza”; con il pelosone non azzecca proprio nulla, anche se è pur vero che Plutone ( Ade, il Dio degli inferi) un cane a tre teste l’aveva: Cerbero!
Ma questa è un’altra storia, come si suol dire, alla fine o all’inizio di ogni narrazione che si rispetti…
Pluto (PLUTO プルートウ Purūtō?) è un manga di Naoki Urasawa scritto insieme a Takashi Nagasaki pubblicato in Giappone sulla rivista Big Comic Original della casa editrice Shogakukan dal 9 settembre 2003 al 5 aprile 2009, con i capitoli raccolti in otto volumi tankōbon.
Naoki Urasawa è un fumettista e musicista giapponese, tra le sue opere maggiori vanno senza dubbio ricordate Yawara, Dancing Policeman e NASA – Nippon Amateur Space Association, la lunghissima serie Master Keaton, Monster ed il più recente 20th Century Boys.
Urasawa è un autore che predilige le trame complesse, ricche di colpi di scena, in cui spicca più la psicologia dei personaggi che non l’azione pura e semplice.
Quattro delle sue opere sono state trasposte in anime: Yawara! – Jenny la ragazza del judo, Master Keaton, Monster e Pluto. Happy! è invece diventato un telefilm, mentre da 20th Century Boys a partire dal 2008 è stata tratta una serie di tre film, il cui capitolo finale è uscito il 29 agosto 2009.
In questa opera: “Pluto”, Naoki Urasawa esalta l’arco narrativo del Maestro Osamu Tezuka e la sua creatura Atom dal braccio di ferro (1963, in Italia Astro Boy), basata sul suo manga del 1952: il bambino androide Atom, che difende la Terra dalla criminalità.
“Il più grande robot del mondo”,è la storia del 1964 con cui la serie aveva toccato il picco di popolarità e quindi viene utilizzata da Urasawa per raccontare la sua visione
trascritta prima con il manga, ed ora con la serie animata di Netflix.
Pluto è a tutti gli effetti un omaggio ad Atom, in tale contesto ritroviamo il professor Umataro Tenma (suo creatore) il professor Hiroshi Ochanomizu il Ministro della Scienza, ed ex migliore amico di Tenma, è un fervente sostenitore dei diritti dei robot e agisce come tutore e figura paterna per Atom e ha creato sua sorella Uran.
La bellezza di questa opera, è nella sua capacità di comporre un mosaico bellissimo partendo dal tassello di Astro Boy e inserendo trame alla Blade Runner (dove il detective Gesicht, un robot dall’aspetto umano costruito con una lega indistruttibile, ricorda nella trama Rick Deckard), un bellissimo omaggio ad Hannibal Lecter:” il Silenzio degli Innocenti”( il robot Brau 1589, il robot che ha ucciso un umano otto anni prima della storia di Pluto, si trova in pezzi e incatenato in una struttura correzionale per intelligenze artificiali, sarà determinante ai fini delle indagini), l’incipit costruito sulle tre leggi della robotica di:”Io, Robot” di Isaac Asimov ed infine lo scenario che fa da innesco a tutta la trama:”La guerra Asiatica, il conflitto che è una metafora degli Stati Uniti in Iraq”.
Le emozioni la fanno da padrone, il susseguirsi incessante di catene di sentimenti quali: vendetta, odio, violenza si mixano con la consapevolezza, la morte ed infine la pace in un tourbillion che risulta spesso toccante e immersivo per lo spettatore; dando una profondità e spessore ai personaggi, veramente degni di nota.
Il provare sentimenti, linea di demarcazione netta tra uomo e macchina, in questa opera riesce a trasferire una nuova chiave di lettura, per prevaricare in maniera tagliente il piu’grande pretesto di diversità, che l’uomo può affermare; verso la sua piu’ grande creazione: l’intelligenza artificiale.
Dal punto di vista grafico,la direzione dell’animazione di Toshio Kawaguchi(nel suo curriculum Akira e Neon Genesis Evangelion), e con l’animazione di M2 di Masao Maruyama (già fondatore di MAPPA e Madhouse), riesce ad essere fedele allo stile di Naoki Urasawa
nel disegno, nei tratti somatici e nella fisiognomica dei personaggi (ad esempio i tratti del viso, i nasi sono una firma inconfondibile dell’autore).
In ultima battuta, volontariamente non sono entrato a piedi pari nella trama, ma solamente per darvi un assaggio di questa prelibatezza, che và gustata ed assaporata con i giusti tempi e modi per arricchirci di questo splendido tributo ad “Atom del braccio di ferro”.
Alla prossima!
DocStrange19
Stefano Brodoloni