Nel panorama delle serie animate degli anni 90, Gargoyles emerge come una produzione unica e coraggiosa, capace di infrangere le convenzioni e di trattare temi complessi con una narrazione sofisticata e originale. Ideata da Greg Weisman, trasmessa per la prima volta nel 1994 e conclusa nel 1997, questa serie non ha ottenuto il successo commerciale sperato, ma ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop.
Una narrazione epica e stratificata
Fin dalla sua premessa, Gargoyles prometteva qualcosa di diverso e mai scontato. La serie racconta la storia di un clan di gargoyle, imprigionati in un sonno magico che li rende di pietra nel X secolo e risvegliati nella Manhattan moderna. Questa premessa apparentemente semplice si trasforma rapidamente in una narrazione complessa, intrecciando mitologia celtica, leggende arturiane e persino elementi dell’opera shakespeariana.
Un esempio eclatante di questa profondità narrativa è l’episodio Avalon Part 2, che esplora il viaggio nel tempo e la causalità attraverso il personaggio dell’Arcimago, creando un loop temporale che si sviluppa dal 914 al 1995. Allo stesso modo, la serie ha utilizzato archi narrativi in più episodi per approfondire le origini di personaggi chiave, come in City of Stone, che lega Demona e Macbeth in un destino tragico ispirato a Shakespeare.
Inclusività e rappresentazione femminile
Per gli anni ’90, Gargoyles era una serie sorprendentemente inclusiva. Si distingueva non solo per la diversità etnica e culturale dei suoi personaggi, ma anche per la complessità e lo spessore dei ruoli femminili. Elisa Maza, detective metà nativo-americana e metà afroamericana, rappresentava un’eroina forte: una donna indipendente, emancipata e compassionevole, centrale per la trama. La sua amicizia iniziale con Goliath muta in un sentimento più profondo che rende la relazione tra i due molto significativa, lontana dai soliti stereotipi e costruita su una mutevole evoluzione del sentimento stesso che si allontana dalla classica storia d’amore basata su cliché.
Demona, l’antagonista principale, era altrettanto ben caratterizzata. Lontana dall’essere una semplice “cattiva”, il suo arco narrativo esplora temi come il tradimento, il dolore e il desiderio di vendetta. La sua complessità morale e le sue scelte ambigue la rendono uno dei personaggi femminili più memorabili nell’animazione.
Un’eredità duratura
Sebbene Gargoyles non abbia raggiunto il successo commerciale di serie contemporanee come Mighty Morphin Power Rangers, il suo impatto culturale è innegabile. La qualità dell’animazione, la profondità tematica e la maturità della narrazione si distinguono ancora oggi. Nonostante critiche occasionali, come quella di Bruce Timm che la definì “troppo pretenziosa”, la serie rimane un esempio di come l’animazione possa raccontare storie adulte senza rinunciare al suo pubblico giovane.
Con la recente riscoperta attraverso le piattaforme di streaming, Gargoyles è finalmente riconosciuta per ciò che è: un’opera rivoluzionaria che ha ampliato i confini di ciò che una serie animata poteva essere.