Con questa prima recensione inizia una serie speciale dedicata ai film in bianco e nero, che molti giudicano troppo vecchi, ma che hanno davvero molto da raccontare e sono la pietra angolare della Settima Arte.
Il primo film ad essere recensito è il Nosferatu del 1922, il primo grande film di vampiri della storie e uno degli ultimi capolavori del cinema espressionista tedesco, che ha dato origine sopratutto al genere horror.
Oggi 15 marzo è il 100° anniversario della prima cinematografica del Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau. In realtà c’era stata una protezione speciale il 4 marzo del 1922 allo Zoo di Berlino, un evento per un pubblico selezionato. La storia ispirata in parte dal romanzo di Dracula di Bram Stoker; racconta di Thomas Hutter l’impiegato di un’agenzia immobiliare di Wisborg, in Germania, e del suo viaggio per raggiungere una selvaggia località della Transilvana per incontrare il Conte Orlock, nobile che vuole acquistare una casa nella città tedesca. Il viaggio di Hutter diventerà un incubo, sopratutto una volta raggiunta la destinazione, dove incontra l’orribile conte, che si rivelerà essere un vampiro. Hutter così si ritroverà prigioniero del castello di Orlock mentre questi partirà per nave e per raggiungere Wisborg dove prenderà possesso della sua nuova casa. Il vampiro ha portato con se varie casse piene di terra putrida che gli servono per dormire, e insieme con il non-morto sono arrivati anche dei topi. Inizia così nella città tedesca un’epidemia che sterminerà la popolazione, Sarà Ellen, la moglie di Hutter, che sacrificando la propria vita riuscirà a distruggere il vampiro; con uno stratagemma inviterà Orlock nel suo letto e a trattenerlo fino all’alba, ed è proprio uno dei primi raggi di sole a uccidere il vampiro, cosi l’epidemia cessa e anche la maledizione che aveva colpito Hutter.
La parte più affascinate di questo film muto è il vampiro protagonista, il conte Orlock, una versione tedesca di Dracula, è rappresentato come un mostro che riprende molte delle caratteriste più tradizionali dei vampiri, è pallido come un fantasma, pelato, con le orecchie a punta, simili a quelle di un pipistrello o di un ratto, ha due incisivi lunghi, le mani invece hanno unghie simili ad artigli, non diversi dalle lame di Freddy Krueger.
L’oltre che alle antiche tradizioni tedesche e slave, si rifà proprio alla descrizione che Stoker fa di Dracula nel romanzo, un orribile vecchio decadente, dalla pelle pallida con pochi capelli alle tempie, naso adunco e aquilino, gli incisivi lunghi e affilati, due folti baffi, e addirittura la peluria sui palmi delle mani. Molto diverso dal Dracula che a cui siamo abituati nei film dagli anni 30 in poi.
Ma perché nel film di Nosferatu, il vampiro si chiamava Orlock invece di Dracula, proprio come nel romanzo?
La ragione era molto semplice Murnau non aveva i diritti per produrre un film sul romanzo di Bram Stoker.
Prima d’iniziare le riprese il regista tedesco cercò di convincere la vedova dello scrittore irlandese, Florance Stoker, a vendergli i diritti di Dracula, (Bram era morto nel 1912), ma l’anziana signora non ha voluto sentire ragioni, forse perché Murnau era tedesco (la prima guerra mondiale era finita d’appena da tre anni). Così non potendo realizzare un film su Dracula, Murnau pensò che sarebbe stato sufficiente cambiare i nomi e l’ambientazione, tutti i personaggi diventarono tedeschi, e la storia si è svolta tra la Germania e la Transilvana, Dracula diventa Orlock, Jonathan Harker è Thomas Hutter; Mina Murray Ellen Hutter, e molti personaggi vengono cancellati o i loro ruoli vengono notevolmente ridotti, e anche lo svolgimento della storia cambia.
Informata del film tedesco, Florance Stoker fa causa a Murnau e alla casa di produzione Prana Film, vincendo in seguito il processo, con il giudice che stabilì che la vedova avrebbe ricevuto una piccola somma mensile e la distruzione di tutte le copie del film, ma per fortuna questa parte della sentenza non fu eseguita con cura e il regista riuscì a salvarne tre copie, che poi portò con se negli Stati Uniti, così il Nosferatu diventò tra le fonti d’ispirazione dei film horror statunitensi degli anni 30, tra cui Dracula e Frankenstein della Universal.
L’altra leggenda legata a questo film si deve all’interprete del vampiro, che veniva accreditato come Max Schreck, che dal tedesco vuol dire: massimo terrore, così per molto tempo si è creduto che fosse uno pseudonimo arrivando persino a pensare che sotto la maschera del vampiro ci fosse lo stesso Murnau, il mistero venne risolto alcuni decenni fa, quando si scoprì che esisteva davvero un attore tedesco di nome Max Schreck. Da notare che il regista Tim Burton chiamerà Max Schreck il sindaco di Gotham nel suo primo film di Batman.
Nosferatu è anche tecnicamente un capolavoro con tantissime riprese sperimentali, molte scene sono state riprese in esterno, cosa inusuale per l’epoca sopratutto per l’espressionismo tedesco. Un film da vedere per i cultori del genere horror o fantastico più in generale, ma sopratutto è il primo grande film di vampiri, importante per chi voglia studiare l’evoluzione di questa creatura sopratutto nella settima arte e in tutta la cultura pop.
Poi tornado agli anni 20, da un punto di vista politico Orlock sembra voleva essere una forte metafora del nazismo che invade come un’epidemia la società tedesca.
Molte sono state le opere influenzate dal Nosferatu, dal remake del 1979 diretto da Werner Herzog con Klaus Kinski nel ruolo del vampiro, che tornerà in Nosferatu a Venezia nel 1988 diretto da Augusto Caminito. Orlock farà anche una brevissima apparizione nel nostro Fracchia contro Dracula, è sarà la fonte di ispirazione del Master, il potente vampiro della prima serie di Buffy The Vampire Slayer.
Poi nel 2000 esce L’ombra del vampiro diretto da Edmund Elias Merhige con John Malkovich nel ruolo Murnau e Willem Dafoe interpreta Max Schreck/Orlok. Questo racconta in maniera fantastica il dietro le quinte della realizzazione del film del 22 con Max Schreck che si rivela essere un vero vampiro.
Sembra che il regista Robert Eggers famoso per The Witch e The Lighthouse, stia per realizzare un’altra versione di questo film con protagonista femminile Anya Taylor-Joy.