Frida è un film del 2002 dove si racconta, principalmente, la storia della vita di Frida Kahlo, straordinaria pittrice vissuta nella prima metà del secolo scorso. Il film ha un inizio classico, il regista ci mostra candidamente l’”inizio” di una storia e di una vita. Senza preamboli, senza troppo tergiversare, ci fa vedere l’avvenimento che segnerà per sempre la protagonista, uno spaventoso incidente.
Slow motion e questa scena dell’oro che si sparge in tutte le direzioni apre una riflessione sulla ricchezza del Messico di quel periodo prima che, forse, gli USA calassero la loro ombra nera su tutto il continente. L’incidente cambia la sua vita costringendola ad una lunga degenza a letto, ma questo “riposo forzato” fa esplodere il “talento pittorico” della giovane. E così lei inizia a dipingere, così, per gioco ma trova sostegno in quello che sarà poi il suo “uomo”. Diego Rivera, affermato pittore dell’epoca, figlio della rivoluzione e personaggio di spicco del partito comunista dimostra di credere in lei anche contro la sua iniziale diffidenza. E’ l’inizio di una straordinaria, toccante, impaziente, stravagante e delirante storia d’amore che neanche i tradimenti continui del Rivera e le varie esperienze “libertine” (la bisessualità di Frida è quasi chiara nel film, anche se limitata ad un particolare momento) tra il Messico, gli Stati Uniti, l’Europa, Trozky, la prigione, riusciranno a scalfire. In tutto questo viaggio i due amanti capiscono che gli esseri umani hanno bisogno di spazi individuali e creano due universi paralleli uniti da un ponte, un ponte che li unisce e li separa, che li rende diversi ma, in fondo così simili, fino a creare quasi un’utopia dove si può essere di tutti ma non appartenere a nessuno. In realtà il (la) regista di questo film non poteva che essere una donna, perché questa pellicola è il più grande inno alla grandezza, all’intelligenza e all’emancipazione femminile che si sia mai prodotto. Julie Taymor fa veramente un gran bel lavoro. Vediamo rappresentata una donna coraggiosa, bella oltremodo, forte, e che metterà nelle sue opere tutta la sua energia, un potentissimo antidolorifico per la vita. Per il resto è difficile descrivere in altro modo il film se non attraverso le immagini e i suoni perché alla fine questo fu Frida Kahlo (Salma Hayek, perfetta), la grande ocultadora, nel tentativo di frapporre la forza devastante delle sue immagini alla fragilità del suo corpo. E in tutto questo mare di rude bellezza pure un personaggio senza morale come Diego Rivera (interpretato da uno straordinario Alfred Molina) appare funzionale alla nascita di una straordinaria, forte e indimenticabile Artista.
Un film uscito ben 14 anni fa che vi consiglio VIVAMENTE di guardare, oggi.