Chitarra graffiante, unica. Ivan Graziani manca immensamente alla musica italiana. Il “chitarrista” per eccellenza è protagonista indiscusso della musica italiana. Un cantautore “ruvido” capace però di innovare il rock italiano. Tra i principali virtuosi della chitarra, Ivan Graziani muove i primi passi a metà anni ’60 con la band “Anonima Sound” con i quali incide i primi 45 giri e partecipa al “Cantagiro”. L’album del debutto da solista è “La città che vorrei” del 1973 al quale seguono “Desperation” e Tato Tomaso’s Guitars” (quest’ultimo omaggio al figlio appena nato Tommaso). In quegli anni Graziani collabora come turnista e autore con numerosi gruppi e cantanti affermati. Tra le collaborazioni principali figurano quelle con Herbert Pagani, la PFM-Premiata Forneria Marconi, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Antonello Venditti. In scuderia con l’etichetta “Numero Uno”, Ivan inizia ad ottenere i primi successi personali con l’album “Ballata per quattro stagioni”. Il successo vero arriva però con la canzone “Lugano Addio” e “I Lupi”. L’anno seguente esce “Pigro” che contiene oltre al brano omonimo anche “Monna Lisa”, “Paolina”, “Gabriele D’Annunzio”. Segue il primo vero tour in giro per l’Italia. Nel 1979 esce “Agnese dolce Agnese” che contiene perle quali “Taglia la testa al gallo”, “Fuoco sulla collina”, “Dr. Jekyll & Mr. Hyde” e “Canzone per Susy”. Nel 1980 esce l’album “Viaggi e intemperie” che contiene il brano “Firenze (canzone triste)” considerato il suo più famoso successo. Seguono gli album “Seni e coseni”, il live “Parla tu”, e “Nove” con gli arrangiamenti di Celso Valli considerato da Ivan il suo album più bello. Intanto nel 1985 aveva partecipato al Festival di Sanremo con il brano “Franca ti amo”. Tornerà a Sanremo nel 1994 con la canzone “Maledette malelingue” (etichetta Carosello). Nel 1991 usciva l’album “Cicli e tricicli”. Poi a soli 57 anni, stroncato da un tumore, Ivan Graziani muore. L’artista, originario di Teramo, fu seppellito insieme alla sua amata Gibson. “Signore è stata una svista, abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista” recita uno dei suoi versi più famosi. E un occhio di riguardo poteva anche averlo nei confronti del pubblico lasciandoci godere ancora della bravura e della musica di Ivan. In fondo però resta sempre nei nostri cuori con la sua chitarra, consegnato all’immortalità.