Si inaugura sabato 28 maggio alle ore 18,00 la mostra Lampi di Luce di Liana Citerni a cura di Bruno De Santi e Virgilio Patarini presso lo Spazio Libero 8, Alzaia Naviglio Pavese Milano. In esposizione una ventina di opere, selezione della produzione di matrice informale dell’artista milanese, allieva tra gli altri di Mario Tapia e Fabio Cuman. Presenta la mostra Virgilio Patarini. La mostra si potrà visitare fino al 3 giugno 2016. Come scrive in una sua recensione Grazia Ottobelli : “Liana Citerni si propone al grande pubblico con una serie di opere di tendenza astratto informale, spesso di grande formato, in cui rielaborando emozioni del proprio vissuto o immagini del reale quotidiano approda ad un linguaggio di forte espressività con effetti di trasfigurazione della materia in chiave simbolica. Abbandonato ogni riferimento figurativo, sono la materia e il colore a diventare emozione e stato d’animo. L’opera diviene in tal modo la rappresentazione metaforica di una condizione dello spirito, un’emozione tradotta in termini astratti, il ricordo di un evento che sedimenta nell’io più profondo.” Mentre Aldo Casarini dice ”Nelle opere della Citerni c’è l’esplosione dell’action, un pullulare di elementi che assalgono lo spettatore permettendogli una massima libertà di riconoscimenti. Non esclusa la registrazione di un evento casuale o di un’intenzione comunicativa non di un unicum ma di una pluralità di conclusioni. In ogni caso è una pittura che si regge sulla disposizione della materia, sull’organizzazione di una certa Forma (o abbandono della forma) con cui l’artista articola il concetto”
Nota Biografica
Liana Citerni inizia giovanissima a dipingere e a proporre i suoi lavori, già a 13 anni, incoraggiata dal suo insegnante di disegno a Grosseto. Conclude poi la sua carriera scolastica laureandosi in giurisprudenza alla statale di Milano. Docente presso l’istituto Bassi di Lodi, vi incontra l’artista toscano Vittorio Corsini, che la incoraggia a iniziare il suo attuale percorso di ricerca artistica: innanzitutto con il maestro sudamericano Mario Tapia nella cui bottega d’arte apprende l’uso del colore e delle sue armonie. Quindi, alla morte di Tapia, è il maestro Fabio Cuman ad indirizzarla verso l’astratto, un mondo per lei nuovo che la rapisce e le consente di tradurre in immagini visioni suscitate per lampi ma sempre covate nell’intimo. In seguito, conosciuto Bruno de Santi, approfondisce con lui l’arte di fare fondi materici, elemento cruciale della propria ricerca espressiva. Oltre ai succitati Corsini, Tapia, Cuman e De Santi, vanno citati anche i pittori Giuseppe Beccarini e Mario Fasani che le sono stati di prezioso aiuto con le loro critiche e i loro incoraggiamenti. Tra le mostre a cui ha preso parte ricordiamo, negli ultimi anni: dal 2007 al 2011 una serie di mostre collettive all’Accademia di Belle Arti di Melegnano. Nel 2012 la mostra “La donna e la pittura” al Castello Visconteo-Mediceo di Melegnano. Poi altre mostre a Peschiera Borromeo, Linate, San Giuliano Milanese. Recentemente, nel giugno 2015, la personale “Schegge” al Caffè Letterario di Lodi.