Si inaugura mercoledì 10 febbraio alle ore 17.00 la mostra Paradigmi e Segni di Giuseppe Cotroneo a cura di Maurizio Vitiello che fa parte della rassegna Passaggio d’inverno ideata da Mario Lanzione infatti, è la programmazione di sette “mini personali” con sette opere di sette artisti beneventani per sette giorni per sette settimane, che si terranno all’Arte/Studio – Gallery. La mostra si la si potrà visitare fino al 16 febbraio 2016. Tra la fine degli anni sessanta e settanta, con la nascita del Liceo Artistico, un gruppo di napoletani sono stati docenti di materie plastiche e pittoriche a Benevento. E’ intorno alle personalità di questi personaggi che si sono formati allievi che hanno avuto, poi, successo a livello Internazionale e che, a loro volta, hanno ricoperto il ruolo di docenti. Giulio Calandro, Giuseppe Cotroneo, Mario Lanzione, Mario Mascia e Angelo Pescatore, infatti, appartengono a quella generazione di educatori che hanno saputo interpretare la cultura napoletana trasformandola in un proprio linguaggio artistico anche in rapporto ad una realtà storica del territorio Sannita. Non da meno Nicola Iacobucci e Italo Mustone, pur non essendo docenti del Liceo Artistico, svolgono un ruolo da protagonisti che serve da esempio alle nuove generazioni che, da qualche decennio, si stanno affermando nel campo dell’arte. Simpatiche e interessanti curiosità sull’interpretazione del numero sette: – ‘O vase, in dialetto napoletano ha due versioni: il bacio e il vaso. Sempre nella tradizione partenopea, sognare ‘o vase (il vaso) può indicare la felicità in famiglia. Essendo un oggetto fragile rappresenta la donna o, per meglio dire, il grembo materno. ‘O vase (il vaso), nella “smorfia napoletana” è collegato con il numero sette. Il numero Sette” è il numero perfetto, l’espressione più vicina alla mediazione tra l’umano e il divino o alla capacità di fondere la magia con la realtà. Di “realizzare”, insomma, il magico nel quotidiano. Il Sette è considerato come un numero in stretta relazione con il misticismo ed è il riferimento verso ogni forma di scoperta e di conoscenza. Il numero Sette s’intende anche come simbolo dell’esplorazione dell’esistenza umana, allo scopo di giungere alla scoperta del suo significato più profondo. E’ considerato il numero della filosofia e dell’analisi, ma anche della solitudine e della completezza. La sua importanza, in effetti, è determinata dall’elevato numero di volte che ricorre in materie sia spirituali che religiose: Sette sono i peccati capitali, sette i mari, sette le note musicali, sette gli angeli dell’Apocalisse, sette le Pleiadi, sette le costellazioni. Sette è il numero dei giorni della settimana ma anche quello della “creazione”-. E’ un caso che l’Arte/Studio – Gallery abbia voluto identificare un “progetto” artistico con questo numero? E’ un interrogativo che si può sciogliere solo seguendo con attenzione l’evento in programma: “PASSAGGIO D’INVERNO. sette opere x sette artisti x sette giorni x sette settimane”. La produzione artistica di Giuseppe Cotroneo tra paradigmi e segni.Giuseppe Cotroneo. grafico e scultore, esprime il suo potente estro sulle correnti astratte e informali. Giuseppe Cotroneo ha seguito un percorso formativo artistico sin dagli anni del liceo. Nato a Benevento il 13.04.1951, diplomato al Liceo Artistico nell’anno 1972, entra nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si forma al Corso di Scultura, diplomandosi sotto la guida del Maestro Augusto Perez. Abilitato all’insegnamento dell’Educazione Artistica, ha insegnato in diverse scuole Italiane: Savona, Verona, Milano, Lecco.Trasferito a Napoli, insegna a Cardito presso il Liceo Artistico, dove resta fino al 2010, per poi trasferirsi a Benevento, dove oggi insegna Discipline Plastiche al Liceo Artistico. Alla ricerca della sua identità artistica, influenzato dalla carica positiva del Maestro Perez, lavora e studia, assiduamente, scoprendo una sua linea creativa passando dal ciclo delle grafiche per proseguire nella scultura, intensificando sempre più la sua voglia di raccontare. Oggi è impegnato con il GAT, Gruppo Astrattismo Totale. L’Astrattismo Totale nasce con il periodo delle ‘Carte Veline’ degli anni ottanta, prodotto da Mario Lanzione, che è tra i primi artisti a sperimentare l’idea di mettere insieme i due opposti concetti razionali e irrazionali dell’Astrattismo, portando avanti una ricerca che coniuga la pittura Informale con quella Geometrica. Un’idea che, oggi, grazie all’aggregazione con l’Artestudio-Gallery di Benevento, condivide con Giuseppe Cotroneo e Antonio Salzano. I tre artisti campani, hanno raggiunto la convinzione che esiste un punto d’incontro dialetticamente valido nella fusione degli elementi linguistici e stilistici che hanno consentito l’evoluzione dell’Astrattismo. Geometria e materia, istinto e ragione, segno e segmento, luce e spazio, sono i temi sviluppati. Gli impulsi emotivi e psicologici, la sintesi tra sofferenza e gioia di vivere, il connubio tra materia e spirito, l’alchimia dei ricordi e degli umori tra la memoria del passato e l’affermazione del presente e l’assunzione di un’astrazione poetica e lirica che si rivela in Lanzione attraverso il pensiero cosmico delle origini della vita, sono dettati dalla stessa energia che, in Salzano, diventa certezza nel divenire degli eventi e che, in Cotroneo, s’identifica con la spontanea assimilazione di una realtà da accettare così com’è, nel bene e nel male, restando nella propria dimensione di uomo che trova nell’arte, il rifugio delle proprie speranze. Giuseppe Cotroneo imposta la redazione delle sue opere con impasti cromatici insoliti e convincenti, perché sia profondo il senso tattile, quasi di corporeità, e per favorire, al massimo, l’assunzione icastica dei motivi della scena, sublimata da riferimenti naturalistici. Nella discrezionalità dell’impianto geometrico-informale, impostato e strutturato da Giuseppe Cotroneo, si legge e si ricava la tendenziale idea di misurare e dimensionare lo spazio, ma, anche, di interpretarlo, pienamente, sino a possederlo e alla fine conquistarlo con filigrane segniche e aggettanti segmentazioni, con pregnanti pluridimensioni o con febbricitanti mitologie contemporanee. Giuseppe Cotroneo ricorre, talvolta, a iperboliche iconografie per scandire e manifestare segni e contrassegni, segnalazioni e segnali, succhi vitali e frenetici. Insomma, centrifugate idee s’innestano per generare clamorosi colpi d’occhio. Giuseppe Cotroneo è sempre in continua attività ed è fortemente impegnato a inquadrare in pittura i cambiamenti metropolitani, indagando su dinamiche e motivazioni. Giuseppe Cotroneo cerca di bilanciare sostanza in attese temporali e raccoglie, nelle sue pitture polimateriche, acuti archi d’intendimenti, che vanno da “esprit” naturalistici a dimensioni di limiti urbani, ma fa di tutto perché si respiri un’apertura. Il suo pensiero poetico batte sull’esterno del mondo e mantiene un controllatissimo contatto con i sentieri di una spiritualità laica, che indaga il sé e cerca di raggiungere l’altro. La produzione artistica di Giuseppe Cotroneo spazia dalla grafica alla pittura, dalla ceramica alla scultura polimaterica e a varie prove e saggi in altre dimensioni visive. La sua estensione artistica è piena e convinta, come persuasivi appaiono gli aggreganti chiasmi coloristici, che vanno da segnate stesure del rosso infuocato e del blu notte sino all’azzurro e al verde, che intendono aprire nuove frontiere di un percorso sensibilmente astratto. Cotroneo cura una rete di cromatismi assoluti e, successivamente, li sagoma e li rifila per intendere campi dell’origine e per captare e intendere il futuro. C’è una certa voglia di conquistare lo spazio, di invaderlo pienamente, di rappresentarlo per offrire una stagione di sensazioni. Questa sua specifica tensione, perlopiù costante, misura, essenzialmente, lo spazio e manifesta una disamina di frenesie vitali e succhi frenetici. Insomma, elementi esuberanti sembra vogliano apparire, quasi ad offrire un’effervescenza in una segnaletica di moti e motivi astratto-geometrici, seppur apparentati, quasi in una coniugazione aniconica, con onde e trasmissioni informali. Il coordinamento segnico-cromatico, disciplinato tra ordine geometrico e risucchio informale si compie nelle stesure ultime, pienamente convinte a estroflettere e a esplicitare una profonda presa di coscienza visiva, corroborata da sedimentazioni pluralistiche. Il “focus” dell’azione pittorica di Giuseppe Cotroneo, tra segmenti e cromie e tra ritmi e velocità gestuale, consolida visioni consistenti. Le sue opere, da leggere come affondo di materia ed elaborazione di appunti, confermano squarci di luci e significativa abilità e rilanciano palpiti di equilibri di umori e di sentimenti.
Biografia di Giuseppe Cotroneo
Giuseppe Cotroneo, nato a Benevento, si diploma al Liceo Artistico di Benevento nel 1972, conclude gli studi al corso di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, laureandosi sotto la guida del Maestro Augusto Perez. E’ titolare della cattedra di scultura al Liceo Artistico Statale di Benevento. Durante il percorso formativo alla ricerca della sua identità artistica, influenzato dalla carica positiva del Maestro Perez, partecipa a diverse collettive, personali e alla Quadriennale di Roma del 1973. Nei suoi viaggi in Italia e all’estero, conosce autorevoli personaggi del mondo dell’arte, ha modo di ampliare le sue conoscenze artistiche e di maturare idee, intensifica sempre più la sua voglia di raccontare approfondendo una sua linea creativa, passando dal ciclo delle grafiche per proseguire nella scultura e nella pittura. Tra gli altri impegni ha esposto: Circolo Nautico di Posillipo a Napoli – galleria Senso Unico di Benevento – Ente provinciale per il Turismo di Benevento – galleria d’arte “Bovara” di Lecco. Dal 2012, con la fiera internazionale d’arte contemporanea di Bari e con una collettiva sui percorsi storici dell’arte in Campania (dal 1950 al 2010) entra a far parte dell’Artestudio-gallery di Benevento.