“Raggiungere più persone possibile per portare i musei italiani nel futuro”. Queste le parole del premier Matteo Renzi alla presentazione ufficiale della nuova squadra al Mibact lo scorso settembre. In attesa di poter sbirciare quel futuro che i nuovi direttori, in fase di insediamento, si apprestano a costruire, siamo andati a vedere come se la cavano i musei italiani nel presente sul versante social network. Oltre al sito istituzionale, quasi tutti hanno una profilo Facebook e molti un account Twitter, qualcuno azzarda timidamente un canale YouTube (quello della Reggia è attivo dal 2010) ma, tirando le somme, la confidenza con i social non sembra essere particolarmente disinvolta. Fra i nuovi direttori selezionati attraverso il bando internazionale previsto dal “decreto musei” voluto dal ministro Franceschini, il più giovane di tutti è l’archeologo Gabriel Zuchtriegel, 34 anni, che dirigerà il Parco archeologico di Paestum. Per lui è necessario “operare con internet e con i social, cambiando il percorso del museo”, e la base di partenza non è delle peggiori: dal sito internet del parco campano si accede facilmente alle pagine ufficiali Facebook e Twitter (cosa non scontata) anche se sul gradimento si può lavorare (1.058 like e solo 44 follower). Il museo che ‘piace’ di più su Facebook, fra quelli per i quali siamo riusciti ad individuare in tempi ragionevoli la pagina ufficiale, è senza dubbio la Reggia di Caserta appena passata nelle mani di Mauro Felicori: quasi 96mila like e 2.212 ‘seguaci’ su Twitter. Seguono, a distanza, il Polo Reale di Torino e il Museo di Capodimonte di Napoli con 24 e 23mila like. Numeri molto lontani dal milione e 881mila fan del Louvre di Parigi (un milione 391mila del Metropolitan di New York, 676mila del Guggenheim, 925mila del British Museum di Londra, attivi peraltro anche su Instagram, Tumblr, Pinterest, Google Plus, SondCloud, Twitter e YouTube, con le icone in bella vista sul sito) ma comunque le realtà più social fra i venti super musei italiani.
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