Venerdì 9 ottobre si tenuta la presentazione del libro sull’artista Marcella Ceravolo introduzione di Rosario Pinto fotografie di Umberto T. Vocaturo presso il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli. Le fotografie di Umberto T. Vocaturo catturano l’attimo nella sua trasformazione: l’inafferrabile istante in cui le forme si mutano in altro da sé. Non a caso la luce è la protagonista indiscussa dei suoi scatti. La luce acquista poi sempre nuove sfumature, nuovi caratteri, nuovi orizzonti di senso, fa insorgere sensazioni sempre diverse e penetranti grazie al suo contatto con una sua visione della figura e dell’immagine . Umberto T. Vocaturo come un Prometeo post-moderno cerca di afferrare l’inafferrabile, di raccontare l’ineffabile, di fermare l’attimo dell’eterno divenire. È la lotta titanica del pensiero che cerca di fissare e di comprendere ciò che per sua natura è imperfetto e insondabile. Come insegnava Eraclito “Panta rei”. Come ci dice Rosario Pinto : “ Ecco, qui di seguito, alcuni enunciati per costruire gli ‘stacchi’ descrittivi nella successione di dias del filmato Marcella Ceravolo è solo una giovanetta che s’apre alla vita, ma, intanto, già avverte dentro di sé la vocazione imperiosa per l’arte; e gli anni dell’adolescenza che vive ancora nella natia Calabria sono quelli del suo primo e tempestivo esordio creativo Marcella giunge a Napoli per compiervi i suoi studi artistici: occorre coraggio, alla sua età, e grande determinazione, soprattutto se si tiene conto del momento storico particolarmente delicato che è quello dell’immediato dopoguerra . A Napoli, nel contesto dei suoi studi accademici, Marcella Ceravolo saprà guadagnarsi l’apprezzamento del suo maestro, Emilio Notte, che, ancora a distanza di molti anni, vorrà sottolineare la sua stima per questa artista riconoscendola con orgoglio come sua allieva La pratica figurativa di Marcella Ceravolo affonda le sue radici negli orientamenti artistici che avevano caratterizzato il periodo tra le due guerre mondiali, ma queste cose non ostacoleranno la sua capacità di guadagnarsi una sua propria autonomia espressiva. Con ricchezza di accenti, la pittura – ma anche la scultura – di Marcella Ceravolo si allineano con le pratiche più intriganti e suggestive delle declinazioni ‘realistiche’ dei decenni ’60 e ’70, come quelle, ad esempio, del ‘Realismo esistenziale’ e del ‘Realismo di denuncia’ Fino agli anni della sua scomparsa, la ricerca creativa di Marcella Ceravolo saprà maturare avanzamenti e progressi innovativi, riuscendo ad essere sempre, comunque, fedele a se stessa e seguendo un indirizzo suo proprio in cui appaiono sapientemente coniugate la disposizione espressiva e la capacità rivelativa d’un mondo che appare, talvolta, surreale. La generosità d’animo si riversa nella pratica artistica e l’arte diventa, così, lo specchio d’una coscienza, quella di Marcella, che sa accostarsi ai problemi del mondo attraverso l’ascolto delle voci individuali, sapendo fare del vissuto umano non un semplice ‘tema’ ispirativo, ma una vera e propria resa di testimonianza esistenziale.”