E se vogliamo essere pignoli, la traduzione “calabrone” non è affatto corretta. In inglese “bumblebee” è un imenottero della famiglia degli Apidi, il Bombus terrestris (comunemente chiamato bombo), che ha un rapporto superficie alare-massa corporea che ha fatto nascere il mito sul suo volo; in italiano invece il calabrone è un vespide (Xylocopa violacea) sul quale non c’è mai stato alcun dubbio sul fatto che possa volare, ed è frequente che si commetta l’errore di identificare come “calabrone” sia il vespide che l’apide. La leggenda del calabrone che non può volare sembra nascere negli anni 30 del 1900 all’ Università di Gottingen: durante una cena, uno scienziato svizzero che allora conduceva studi sulla dinamica dei gas sembra abbia posto questo problema “che proprietà aerodinamiche hanno le ali del calabrone per permettere loro di volare?”.
Dopo alcuni rapidi calcoli, lo scienziati si accorse che, per quanto il calabrone possa volare, l’aerodinamica suggeriva che non potesse farlo.
Il mito sembra poi essere stato rafforzato da studi come Les vol des Insectes, del 1934, che dimostrava, applicando le equazioni della resistenza dell’aria sul volo degli insetti, come il volo del calabrone fosse impossibile, affermando contemporaneamente che “non si dovrebbe essere sorpresi se il risultato dei calcoli non è uguale alla realtà dei fatti”.
Perché? Perché il calabrone può volare, ma le leggi unanimemente riconosciute della fisica impedirebbero il suo volo?
Come dicevo prima, si tratta di una leggenda. Il calabrone non viola alcuna legge fisica, ed è stato dimostrato nel 2005 attraverso una serie di riprese ad alta velocità sulla meccanica alare del calabrone.
Il calabrone ha un battito d’ali pari a 230 battiti al secondo, molto più veloce di altri insetti di dimensioni minori, addirittura 5 volte superiore a quello di un colibrì.
Ed è proprio questa velocità incredibile che gli consente di ottenere una spinta sufficiente a mantenerlo sospeso in aria, oltre che ad un movimento alare inconsueto che contribuisce a generare portanza.
Il movimento alare del calabrone infatti non è semplicemente un battito d’ali come quello che possiamo osservare negli uccelli, ma un movimento molto più complesso, che comporta la torsione e l’oscillazione delle ali per creare una spinta che non sarebbe ottenibile con un semplice battito.
L’errore nei calcoli che dimostravano che il calabrone non può volare fu l’applicare le leggi della fisica ad un volo “standard” che non corrispondeva al moto alare del calabrone.
Il calabrone, quindi, può volare, e non viola alcuna legge fisica o aerodinamica. Lui, il calabrone, non si è mai posto il problema, ma questa leggenda continua a persistere.