Non c’è altro modo di essere contemporanei che essere qui e ora. Così, insieme alla contemporaneità di ciò che esiste c’è la contemporaneità di ciò che è esistito e continua a vivere”.
(L’arte è contemporanea, Vittorio Sgarbi)
Con l’attuale “rivoluzione mediatica” l’arte si trova potenzialmente ovunque, moltiplicata, replicata, zoomata, digitalizzata è in televisione ed è nella rete, dove viaggia a velocità straordinaria, cambiando anche i valori del consumo artistico.
Il termine “Contemporaneo” si riferisce a un periodo storico e a una nozione filosofica, è un sostantivo e un aggettivo. “Contemporaneo” è “ciò che avviene nello stesso momento”, dichiara un’appartenenza al tempo presente ma esprime una potenzialità, una probabilità che si rivolge verso il futuro. L’arte contemporanea si riferisce a una porzione specifica dell’arte: che non fa più riferimento al concetto di arte tradizionale, è una nozione sfuggente, quando si tenta di spiegare che cos’è si procede per metafore perché legata alla temporalità.
“Che cosa è dunque il tempo? Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so”.
(Sant’Agostino, Le confessioni, XI, 14 e 18, Bologna, Zanichelli, 1968)
Il tempo del contemporaneo è discontinuo, tutto deve ancora accadere e insieme è già avvenuto. L’artista contemporaneo mette in relazione con altri tempi il proprio tempo, non segue una linea temporale, scava nel passato per giungere nel futuro. L’artista percepisce il proprio tempo attraverso “una non perfetta aderenza con esso ma, proprio attraverso questo scarto e questa discronia, è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo. L’artista non vive in un momento diverso da quello degli altri, al contrario, è immerso nel tempo da cui nasce la sua particolare visione della realtà” (come possiamo desumere dal testo di Friedrich Nietzsche le Considerazioni inattuali del 1857).
Genericamente è definita come arte contemporanea tutta l’arte creata o rappresentata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo fino a oggi. L’arte contemporanea comprende tutte le tipologie di forme espressive che parlano del nostro presente, per questo motivo ci sono opere d’arte antiche che sono definite contemporanee, queste opere scavalcano la propria epoca e quelle successive, in un continuo esserci. Tutti gli artisti viventi contribuiscono alla produzione di arte contemporanea insieme a critici, curatori, mostre, biennali, istituzioni e mercanti. Nel novecento Duchamp dimostrava attraverso le sue opere che l’arte è potenzialmente tutto e Joseph Beuys dichiarava che potenzialmente tutti possono fare arte. Nel XXI secolo l’opera d’arte si è spinta a un punto tale da non essere più solo rappresentazione e creazione di qualcosa, può essere anche azione e lavoro sociale (come nell’arte relazionale e l’arte sociale), ecc. Le opere prodotte dall’arte contemporanea spesso danno al fruitore/spettatore l’impressione di non avere nulla a che fare con l’arte, le sue forme sono numerose e molto diverse tra loro, spesso appaiono contraddittorie. In un’esposizione d’arte contemporanea spesso l’osservatore s’interroga se sia o no arte ciò con cui è messo a confronto, non è raro che nel confrontarsi con alcune opere esposte l’utente dica o pensi “Lo potevo fare anche io” (citando Bonami). Alla domanda cosa sia l’arte contemporanea non c’è una risposta chiara, anzi si presenta oscura ed enigmatica. Eppure siamo entrati nel nuovo secolo e nel terzo millennio dove la tecnologia è all’apice e il consumismo detta le sue regole, l’arte contemporanea non ha ancora una sua identità o meglio non vogliamo che abbia una sua identità , anzi molti ridimensionano dicendo che un’arte di nicchia. Non sono d’accordo e non è assolutamente vero perché essa è l’arte della nostra società, dove l’evoluzione e la sperimentazione sono alla base della ricerca artistica . Noi italiani in particolar modo siamo ancora ingessati dal Rinascimento, dal Barocco , dal Roccocò e dal Puritanesimo ideologico e filosofico. Abbiamo avuto un solo scossone con il Futurismo grazie a Filippo Marinetti , Giorgio De Chirico, Boccioni, Balla e Savino. Negli anni 40’ e 50’ del secolo scorso abbiamo avuto l’Informale el’atratto e nel contempo la grande influenza di Bacon ma tutto questo è passato in secondo piano dato che nel 1951 lo storico Roberto Longhi riscopre Caravaggio che è divenuto l’artista “contemporaneo” per la maggiore questo grazie anche alla negligenza della chiesa che ha saputo ben usare gli artisti ha proprio uso e consumo. Io credo che l’arte abbia avuto una sua evoluzione grazie anche all’eredità dadaista Rauschenberg, Klein, Manzoni e Bianco fino ad arrivare alla Pop Art e al Minimalismo , ovvero Andy Warhol , Roy Lohtenstein, in Italia avevamo artisti come Mario Schifano, Pino Pascali, Mimmo Rotella, che con la loro arte hanno creato scuola e tendenze.
Certamente l’arte contemporanea è stata anche provocatoria per alcuni aspetti, ma essa è divenuta un mezzo fondamentale per l’arte per poter esprimere meglio i nuovi linguaggi . Vorrei su tutti ricordare la figura di un grande personaggio dell’arte contemporanea Lucio Amelio se oggi possiamo discutere suoi grandi nomi dell’arte contemporanea fino ad arrivare ai nostri contemporanei quali: Nino Longobardi, Antonio Biasucci senza dimenticare un caposcuola della fotografia internazionale Mimmo Jodice questo grazie a Lucio Amelio ad una suo modo di concepire l’arte. Infine negli ottanta c’è stato il fenomeno della Transavanguardia ideato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva che insieme agli artisti Enzo Cucchi, Sandro Chia, Nicola De Maria, Francesco Clemente e Mimmo Paladino, ancora una volta l’arte si mette in discussione . Oggi i fenomeni attuali sono tanti uno su tutti la Street Art , io penso che l’arte contemporanea non una boiata essendo l’arte che noi produciamo , come sempre non vogliamo capirla oppure facciamo finta di non capirla , penso che forse sarà rivalutata nel tempo. Questa non accettazione di quest’arte è più evidente in Italia patria dell’arte che nelle altre nazioni industrializzate è questo il dramma per l’arte e per l’artista. L’Italia nazione che vive ancora in un piccolo mondo antico che è visibile all’occhio umano, l’arte contemporanea invece è basata sul pensiero e sulla ricerca dell’artista su uno studio filosofico ed antropologico. Io penso che l’Italia dovrebbe svegliarsi da questo torpore e capire che è più facile guardare ma è più difficile pensare e che l’arte non è qualcosa di aleatorio, anzi di concreto e che in una nazione industrializzata si dovrebbe anche vivere di arte .