La città eterna ospita, nello storico luogo del cinema italiano, una mostra che rappresenta in primis un grande incontro con la cultura e le culture del mondo. Steve McCurry è l’uomo della celebre foto della ragazza afgana scatta nel 1983 e da allora entrata per sempre nella storia della fotografia mondiale. Al centro del Teatro 1 di cinecittà c’è proprio lei ma bisogna cercarla tra decine di altre importanti foto, bisogna guadagnarsela di passo in passo, di scatto in scatto: dalle incredibili foto dell’11 settembre 2001 con le Torri Gemelle in fiamme, fino ai monaci buddisti, senza dimenticare l’India e anche un po’ di Italia. Insomma un viaggio incredibile che ti trasporta da un lato all’altro del globo sempre alla ricerca di qualcosa da raccontare, sempre con una grandissima tecnica, fatta di scelta di ottiche che costringono lo spettatore ad uno sguardo nuovo, punti di fuoco meravigliosi. Volti, occhi, baffi, nasi, abiti, climi e territori che si intersecano in un percorso mai banale. Organizzazione perfetta da parte di Cicecittà, con tanto di guida audio pronta a spiegare al meglio gli shots di MuCurry. Il primo incontro tra Steve McCurry e Cinecittà è avvenuto pochi anni fa ed è stato subito un colpo di fulmine. Tra i set e i magazzini della città del cinema il suo obiettivo ha colto nuove suggestioni arricchendo la sua ricerca di un sapore surreale. Conosciuto in tutto il mondo per i suoi strepitosi ritratti e i reportage che ha realizzato in alcuni dei paesi più difficili del pianeta, McCurry aveva infatti orientato la sua sensibilità anche in altre prospettive, allargando l’orizzonte della sua ricerca verso una dimensione quasi metafisica dello spazio e dell’umanità che lo attraversa o lo sospende con la sua assenza. Proprio a partire dalle foto scattate a Cinecittà, la nuova mostra di Steve McCurry, presenta al pubblico i suoi lavori più recenti e una serie di scatti che sono legati a questa sorprendente ricerca, che si spinge oltre lo sguardo, che attraversa porte e finestre per raccontare lo spazio e la luce, per vincere il dolore e la paura. Steve McCurry oltre lo sguardo si sviluppa intorno a questa ricerca, anche se non mancano, in mostra, alcune delle sue immagini più conosciute, a partire dal ritratto di Sharbat Gula, pubblicato per la prima volta su National Geographic, la ragazza afgana che è diventata una delle icone assolute della fotografia mondiale. Ad una nuova mostra non poteva che corrispondere un allestimento del tutto nuovo, progettato appositamente da Peter Bottazzi per accompagnare il visitatore nel mondo di McCurry e realizzato nel Teatro1, accanto agli edifici che ospitano “Cinecittà si Mostra”, un percorso di visita permanente dedicato al cinema e alla storia di Cinecittà, che ha già raccolto un grande interesse del pubblico italiano e internazionale. Fin dalla prima rassegna italiana, allestita a Milano nel 2009, Civita e SudEst57 hanno accompagnato McCurry in un progetto espositivo di lungo respiro, realizzando altre mostre, in varie città, che hanno visto la presenza di oltre 600.000 visitatori e hanno offerto al grande pubblico la possibilità di scoprire la sua straordinaria produzione fotografica, ampliando ogni volta la conoscenza del suo vasto repertorio, messo in scena nei più diversi contesti con sempre nuovi e suggestivi allestimenti. In questi anni Steve McCurry ha vissuto una stagione particolarmente produttiva della sua ormai più che trentennale carriera di fotoreporter, con incarichi prestigiosi come il progetto The last roll realizzato con l’ultimo rullino prodotto da Kodak, i calendari Pirelli 2013 e Lavazza 2015, ma soprattutto con lavori molto impegnativi che ha realizzato viaggiando nei luoghi del mondo che predilige, dall’India alla Birmania, dall’Afghanistan alla Cambogia, ma anche in Giappone, in Italia, in Brasile, in Africa. In ogni scatto di Steve McCurry è racchiuso un complesso universo di esperienze ed emozioni. Per questo non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro tempo, ma è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, “si riconoscono”. Oltre a presentare una originale selezione della produzione fotografica di Steve McCurry, la rassegna, curata da Biba Giacchetti e Peter Bottazzi, intende raccontare l’avventura della sua vita e della sua professione, anche grazie ad una serie di video costruiti intorno alle “massime” in cui ha condensato la sua straordinaria esperienza e la sua concezione della fotografia. Per seguire il filo rosso delle sue passioni, per conoscere la sua tecnica ma anche la sua voglia di condividere la prossimità con la sofferenza e talvolta con la guerra, con la gioia e con la sorpresa. Per capire il suo modo di conquistare la fiducia delle persone che fotografa: «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te». Steve McCurry oltre lo sguardo sarà al Teatro1 di Cinecittà dal 18 aprile 2015, con oltre 150 immagini di grande formato, una audioguida a disposizione di tutti i visitatori nella quale l’artista racconta in prima persona le sue foto e una serie di 6 video dedicati ai suoi viaggi e al suo modo di concepire la fotografia. La mostra è prodotta da Cinecittà si Mostra e Civita Cultura in collaborazione con SudEst57, con il sostegno di Lavazza, Dimensione Suono Roma come media partner.