Amore e guerra. Due parole che descrivono emozioni e sentimenti totalmente opposti. Due parole che racchiudono tali significati che messi assieme ti inducono al paradosso. In effetti parlare d’amore all’interno del secondo conflitto mondiale, quando ben altri erano i pensieri di ogni singola persona, appare un’assurdità. Ed invece l’amore, la meraviglia dei rapporti umani, è resistito alla barbarie della guerra ed ha permesso a tanti di sognare una prospettiva diversa rispetto a quella che realmente si stava profilando.
Tra il sogno e la realtà, Donato Cutolo racconta della storia di Ettore ed Ada, un legame semplice che sfocia in un’intesa perfetta, qualsiasi sia la distanza che li divida, qualsiasi siano le ostilità che li circondano. Il candore del loro rapporto non appartiene ad un mondo, quello del 19 dicembre ’43, che è caratterizzato dall’odio, dalla crudeltà, dal desiderio feroce di calpestare i diritti e le tradizioni di coloro che vengono considerati inferiori ed allo stesso tempo di coloro che si oppongono al regime nazi-fascista.
La speranza di vivere ogni giorno nuovi momenti con Ada incoraggia Ettore a svegliarsi e dare un senso a giornate che, durante la guerra, hanno un colore sempre più grigio. “Amore mio” recita il bigliettino che lui le dedicava di prima mattina, infilandolo sul davanzale di casa prima di dileguarsi per lavoro. Nonostante durante il giorno e la notte si propagasse l’eco di una guerra sempre più opprimente, tra i bombardamenti delle forze alleate che distruggono interi paesini e le minacce dei tedeschi in ritirata, Ettore immagina un futuro insieme alla sua donna.
Giorgio è il confidente di ogni aspirazione. Amico fraterno, complice di fughe e di misfatti, attento uditore ed unico nel persuaderlo, quando le decisioni sbagliate potrebbero in un solo attimo rovinare le loro vite. Ada e Giorgio riempiono quei vuoti che stritolano Ettore nella dura realtà. Amore ed amicizia, legami che hanno ispirato Immanuel Kant in una delle sue opere più celebri, Il sentimento del bello e del sublime. “L’amicizia ha fondamentalmente in sé i tratti del sublime, l’amore quelli del bello”, versi che riecheggiano perfettamente nei personaggi e nei sentimenti di 19 dicembre ’43.
Il cuore spinge la scrittura soffice ed intensa di Donato Cutolo che, con tale fatica letteraria, chiude la trilogia narrativa e musicale, iniziata con Carillon e Vimini. Intorno al suo romanzo nasce un’opera multimediale, pubblicata dalla casa editrice Zona, che si avvale della componente videomusicale. Come avvenuto nei precedenti lavori, infatti, il compositore sammaritano aiuta il lettore a rivivere con le musiche e con le immagini quel senso di frustrazione e di precarietà che hanno identificato la grande guerra.
La scrittura viene accompagnata dalla voce narrante dell’attore Paolo Rossi, dalle musiche del chitarrista della Piccola Orchestra Avion Travel Fausto Mesolella e del sassofonista Daniele Sepe, oltre ai contributi di Andrea Laudante e del Piccolo Coro R’Esistente del Pratello. Scrittura, musica ed immagini: aspetti che animano la vita di Donato Cutolo e che conducono il suo percorso verso un’idea artistica di pregevole fattura.