Si inaugura mercoledì 18 febbraio alle ore 18.30 presso lo Spazio Ottantotto di Roma la mostra dell’artista Pina Della Rossa “ Ri- scatto” a cura di Federico Carlo Simonelli . La mostra si potrà visitare fino al 13 aprile 2015. L’arte Pina Della Rossa è caratterizzata da un linguaggio unico, le sue varie tecniche artistiche hanno come comune denominatore una scavata e sofferta ricerca del reale oltre l’apparente. Che si tratti di immagini momentanee o di soggetti scolpiti pittoricamente nella tela. Ella tende a dare alle sue figure plasticità e dinamicità dato che la sua emotività è sempre tesa a una visione del vero oltre l’apparire, ovvero sognante. Questa ricerca del vero oltre l’apparire , porta l’artista a fissare momenti di intensità emotiva e prima ancora di suggestioni affettive e sensoriali. Pina Della Rossa artista unico nel suo genere ella guarda il mondo con occhi del bambino ella è un eterna fanciullina come diceva il Pascoli, che in ogni uno di noi vi è un fanciullino, ecco che nella Della Rossa viene fuori nel momento in cui ella entra nel suo mondo onirico. Con le sue opere trasmette emozioni uniche e nel contempo è riuscita ad essere un artista rivoluzionario nel suo genere perché le sue opere sono pittoriche. Ed è riuscita ad unire due momenti importanti la semantica e la semiotica, ovvero il linguaggio della pittura e quello della fotografia. E qui è l’universalità dell’artista che eleva a fattore comune quella che può sembrare contingente sensazione individuale. Ma questa dimensione così innovativa della sua arte, non è una visione di vita dell’artista, ma un momento di sintesi creativa nel processo di ricerca e di sperimentazione. Ella ha già espresso un edificante contenuto di sensibilità e maturità artistica. L’arte è un processo all’infinito il cui evolversi segue il cammino dell’umanità. Nella sua semplicità Pina Della Rossa ci ha dimostrato come l’arte può divenire messaggio comune per tutti, ella senza volerlo è entrata nel terzo millennio unendo ricerca e sperimentazione, fotografia e pittura. Come ci dice Federico Carlo Simonelli : “Un viaggio sui sentieri della memoria. La ricerca di una comunione intima con la realtà circostante. Un’interrogazione profonda oltre la superficie delle cose. Così, con questi tre tratti immediati, si potrebbe riassumere il racconto per immagini composto da Pina Della Rossa. E’ un racconto semplice e toccante, che obbliga ad abbandonare la strada maestra, a esplorare il mondo dei margini, degli interstizi erbosi tra mondo umano e naturale. L’artista intraprende un viaggio nel microcosmo che scorre rasente i muri, cogliendone tutti i possibili stimoli emotivi e percettivi. L’iniziale dualismo tra mondo artificiale e naturale si scompone in altre associazioni, sempre più trasversali e profonde: fibre vegetali e minerali si fondono con i cromatismi dell’ossidazione e delle muffe; rami, fronde e raggi di sole si proiettano sulle trame cangianti del cemento e della lamiera. Si giunge così a un altro confine percorso dall’artista: il confine formale tra fotografia e pittura. L’artista esplora la confusione degli elementi alla ricerca del giusto accordo tra luci e forme; l’obbiettivo fluttua su un disordine apparente finché non trova coerenza; lo scatto cristallizza autentiche composizioni astratte.
Quest’unione tra fotografia e pittura è il risultato di un percorso professionale fatto di capitoli differenti e complementari. Circondata dall’arte fin dall’infanzia, Pina Della Rossa ha saputo fondere la sua vocazione pittorica alle intuizioni del proprio maestro Mimmo Jodice. Il suo scatto non è che un mezzo per comunicare una sensibilità compositiva, lirica, informale. L’artista scatta soltanto davanti a un’entropia che le è congeniale. Sulle orme di Anselm Kiefer, le forme naturali creano un affresco onirico capace di suggerire visioni. Al tempo stesso, l’esplorazione tattile delle ruvidità del cemento e della ruggine comunicano la stessa sensazione plastica dei sacchi di Burri. Lo sguardo di Della Rossa studia le superfici e, con sensibilità manierista, scatta laddove le asperità minerali, gli intrichi vegetali e la luce solare creano composizioni policrome dotate di profondità ed equilibrio. Questa fusione tra pittura informale e fotografia non è soltanto una virtuosa cifra stilistica, ma un autentico linguaggio con cui l’artista ci accompagna nel suo racconto. A un duplice linguaggio risponde un duplice contenuto. Quest’elegia silenziosa ci racconta due storie. La prima è immediata, visibile, esteriore. È il messaggio che l’artista dedica alla sua terra, la Campania felix addormentata sotto una coltre di sfruttamento, dissesto e cementificazione. Ma questo racconto esteriore, come un’antica storia d’incantesimi spezzati, parla di rinascite: raggi di luce investono gli angoli dimenticati; il degrado affonda nell’opera rigogliosa della Natura; i cementi crepano e schiudono germogli. L’altra storia è intima, e finisce per toccare le corde segrete di ogni osservatore. Lo scorcio abbandonato diventa metafora di un mondo interiore, e il racconto per immagini diventa una ricerca pensosa nell’identità e nella memoria. Si corre lungo pomeriggi solitari; lungo i muri, gli sgretolamenti, le periferie della vita. Ma, ancora una volta, l’autrice ci dà la chiave della liberazione. Sotto le rovine, infatti, pulsa una rinascita che scava, perfora e si diffonde. La nostra solitudine diroccata e infestata dai rovi diventerà una vestigia romantica, misteriosa, affascinante. Pina Della Rossa ha saputo creare una sintesi stilistica tra linguaggi e contenuti differenti. Ogni scatto di questa ricerca è un racconto astratto, reso irripetibile dall’accordo tra tutte le sue voci: le fibre vegetali, le trame minerali, le sfumature dell’umidità, dell’aria e, soprattutto, della luce naturale. Ed è proprio la luce, elemento unificante, il mezzo e il fine di questo percorso. In alcuni scatti la luce diffusa è appena percettibile; in altri, appare improvvisamente in fasci miracolosi che irradiano vita e poesia. E così la fiaba per immagini di Pina si conclude nel segno della luce e dell’eterna rinascita, ricordandomi un passo significativo di Herman Hesse: “Quando un raggio di sole, da un cielo coperto, cade su un vicolo squallido, è indifferente che cosa tocca: il coccio di una bottiglia per terra, il manifesto lacerato sul muro, o il lino biondo sulla testa di un bambino. Esso porta luce, porta incanto, trasforma e trasfigura”.
Biografia Pina Della Rossa
Pina Della Rossa è docente di Disegno e Storia dell’Arte, fotografa e pittrice, vive e lavora a Napoli . Laureata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è stata allieva di Mimmo Jodice e di Carlo Alfano. Il suo linguaggio specifico è quello di lavorare con le immagini proponendo la fotografia come strumento di riflessione e di analisi. La sua ricerca fotografica, iniziata negli anni ottanta, vuole essere un ideale ritorno alla pittura. Fondamentale, dunque, è il dialogo intenso tra pittura e fotografia, due elementi inscindibili, che si manifesta attraverso una relazione di linguaggi diversi all’interno della stessa immagine. In tal senso si concentra sull’aspetto compositivo, sullo studio del colore e della luce, sui contrasti tonali, sui giochi di piani, e sull’intensità dei particolari. Al fine di superare la superficie fisica del quadro, di andare oltre la foto, per includervi la dimensione spazio-temporale. Ha esposto in numerose mostre nazionali e internazionali, le sue opere sono presenti presso Enti pubblici e privati, in musei ed in archivi di arte contemporanea, di diverse città italiane e all’estero. La sua attività inizia nel 1985 quando Mimmo Jodice la presenta alla mostra fotografica al SICOF di Milano. Da ricordare la sua recente personale “DOPO LA BATTAGLIA” al PAN di Napoli; la mostra “TRIBU'” in Area24Space – ART GALLERY di Napoli. Il Progetto “DRINK HELLEBORUS” con esposizione e collezione permanente al MUSEO ALLOTROPYA, Antikyra, GRECIA. L’ “ESPOSIZIONE TRIENNALE DI ARTI VISIVE” a Roma; la mostra Mail Art “UNDER THE INFLUENCE OF FLUXUS”, al MOBIUS Gallery – Cambridge, Massachusetts, USA. Da ricordare, inoltre, la LONDON BIENNALE – SIGNALS – May Day – The inauguaral global event of The London Biennale – (London, United Kingdom). La sua partecipazione ad ARTELIBRO VIII edizione a Bologna e ancora ( nel 2010) la mostra “UNA FOTO PER L’ACQUA”, per la Giornata Mondiale dell’Acqua, press o CITTA’ DELLA SCIENZA a Napoli. I Suoi lavori più recenti sono in collezione permanente al MUSEO ALLOTROPYA, Antikyra, GRECIA; al MOBIUS Gallery – Cambridge, Massachusetts, USA; al Museo CAM Casoria Contemporary Art Museum, Casoria (Napoli); in Area24Space e alla Fiorillo Arte di Napoli. Tra i critici che hanno scritto della sua opera ricordiamo Mario Franco, Marco di Mauro, Ugo Piscopo, Alessandra Pacelli, Assunta Pagliuca, Federico Carlo Simonelli, Dores Saquegna, Daniele Radini Tedeschi, Alessandro Iacobelli, Bruno Pappalardo, Luigi Zammartino, Daniela Ricci, Tiziana Tricarico, Laura Caico, Costanza Falanga, Mariano Menna, Alessia Fraiese, Germana Guidotti, ed altri.
Spazio Ottantotto
Via Cappellari, 88 – 00196 Roma
Pina Della Rossa in “ Ri –scatto”
dal 18 febbraio al 13 aprile
Orario dal martedì al sabato dalle 16:00 alle 19:30
www.spazio88.it