Girando per il mondo fatato di internet ho visto come, ormai, sia difficile trovare il rispetto per il diritto d’autore e per il lavoro altrui. Sembra che TUTTO SIA DI TUTTI e, molto spesso, anche noi che facciamo questo mestiere da tempo corriamo il rischio di commettere errori e fare delle mancanze.
Ma la notizia che mi è capitata tra le mani ha dell’incredibile: il Corriere della Sera pubblica oggi “Je Suis Charlie. Matite in difesa della libertà di stampa”, disponibile sia in edicola sia in libreria.
È un volume che raccoglie numerose vignette realizzate da autori di tutto il mondo in risposta all’attacco alla redazione di Charlie Hebdo la settimana scorsa. Il prezzo di vendita è 4,90 €: tutti i proventi verranno destinati alla redazione del giornale francese vittima della strage. Che il più importante quotidiano italiano abbia deciso di prendere da internet tutte le vignette che la maggior parte dei disegnatori italiani ha prodotto per manifestare la solidarietà verso la redazione del giornale francese (la nostra preferita è stata quella di Don Alemanno, ve l’abbiamo mostrata qui) potrebbe sembrare una lodevole iniziativa, non c’è che dire.
Stando però alle parole di Giacomo Bevilacqua, fumettista di fama del panorama italiano ed europeo in forza alla Sergio Bonelli Editore, il Corriere avrebbe utilizzato le vignette (anche le sue) senza chiedere nessuna autorizzazione agli autori, ecco le parole dello stesso dal suo profilo facebook:
Caro Corriere, mi è giunta voce che tu abbia preso la mia vignetta e quelle che altri autori di fumetti come me hanno realizzato nella tragica giornata
dell’attentato a Charlie Hebdo, autori che si sono visti minacciare il diritto e la libertà di poter dire la propria su qualsivoglia argomento.
Ed è proprio con questa libertà che tanto cerchiamo di difendere che mi permetto di dirti che il tuo gesto di creare un libro con le opere d’altri, prese da internet, stampato in maniera becera e venderlo a 5 euro, per poi donare il ricavato alla redazione di Charlie Hebdo, tu puoi vederlo benissimo come un gesto nobile, e magari visto dall’esterno lo è pure.
Ma lo sarebbe stato molto di più se avessi scritto a me e a molti altri autori come me, chiedendoci il permesso di pubblicare i nostri lavori, prima di farlo, perché a me non risulta essere arrivata alcuna richiesta formale, e in questo modo, caro Corriere, a me spiace dirtelo, ma la tua operazione risulta essere soltanto una versione ancora più becera del più becero sciacallaggio, oltre che il tentativo di farti nobile con la roba di altri.
Ci sarebbe da farti causa tutti assieme. Tutti gli autori presenti nel volume e di cui ti sei arrogato i diritti di pubblicazione, ci starebbe bene il fatto di venire risarciti e poi donare tutti soldi della causa alla redazione di Charlie Hebdo o alle famiglie delle vittime, cosa ne pensi, caro Corriere? Secondo te cosa sarebbero più contenti di ricevere, loro? I soldi ricavati da un libro fatto sulle spalle e sulle opere di persone di cui NON AVETE RISPETTATO I DIRITTI, o gli eventuali soldi ricavati dal riconoscimento di questi ultimi? Spero di ricevere una risposta, o quantomeno una scusa formale sul giornale stesso, oltre alle PROVE relative ai guadagni del libro e alle cifre effettivamente versate a favore della redazione di Charlie Hebdo. Prego inoltre le persone, se possibile, di condividere questo stato, per fare in modo che, come la mia vignetta è arrivata a loro e non si sono fatti scrupoli a prenderla, gli arrivi anche questa lettera. Le illustrazioni mie e degli altri autori erano contro il terribile attacco alla libertà di stampa, non a favore della libertà di far stampare a voi il cazzo che vi pare. Giacomo Bevilacqua
Nell’esprimere la nostra solidarietà all’autore di “A Panda Piace” ci chiediamo come sia possibile che una testata così importante possa fare una sciocchezza simile. Speriamo che, vista la figura barbina, il Corriere si precipiti a rettificare e a chiedere ai vari autori l’autorizzazione all’utilizzo delle immagini tanto più che nessun controllo potrà essere effettuato dagli autori sulle effettive vendite che la raccolta andrebbe a fare e che, cosa non meno importante, nessuno potrà controllare se i proventi andranno TOTALMENTE alla redazione di Charlie Hebdo. A volte il confine tra Informazione e Sciacallaggio è davvero molto sottile, quasi invisibile, sempre però #colculodeglialtri.