Si è inaugurata presso la Galleria Serio di Salvatore Serio la mostra di Sandro Viglione “Le Forme della Forma “ si potrà visitare fino a lunedì 1dicembre. Nell’incontrare Sandro Viglione artista di grande spessore ci dice: “ La mia formazione artistica nasce con l’architettura essendo un architetto mi differenzio dal pittore, ho sempre cercato nei miei lavori di evidenziare la forma. Ho iniziato la mia ricerca pittorica negli anni ottanta, visto che per lungo tempo sono stato insegnate di geometria descrittiva. Ho sempre sostenuto che la forma e alla base del concetto pittorico ma questo però è stato sempre celato dalla critica d’arte. Visto che hanno voluto sostenere, la pittura concettuale che stata la distruzione della forma è quindi ecco che il critico non raccontava più l’arte. Ma applicando all’opera quella pomposità barocca attraverso il linguaggio della psicoanalisi e della filosofia. Senza capire che l’arte è arte e bisogna guardarla l’opera per capire ciò che veramente vuole dire l’artista. Penso che l’arte sia un mezzo di comunicazione importante dove nell’opera d’arte c’è bisogno di equilibrio, è solo la forma e il contenuto attraverso l’estetica possono dare. Egli ci dice ancora : definire cos’è la ‘forma’ implica che si debba fornire, necessariamente, anche il profilo della definizione del ‘contenuto’, giacché è talmente stretta la relazione dei rimandi reciproci e della interdipendenza serrata tra contenuto e forma che non è possibile postulare per l’uno o l’altro dei due termini un’esistenza disfunzionale rispetto al suo corrispettivo. È pur vero che spesso vengono proposte posizioni di giudizio che variamente si dicono ‘formaliste’ o ‘contenutistiche’, ma esse non intendono additare altro che una mera prospettiva di privilegiamento d’una sfera sull’altra, essendo impossibile immaginare che possa esistere una qualsiasi realizzazione dell’intelletto umano che abbia carattere esclusivamente formale o che, di converso, si possa esprimere un contenuto assolutamente svicolato da una relazione formale. Nel dirigerci, quindi, a discutere sul tema della ‘forma’, siamo perfettamente avvertiti dell’imprescindibilità del rilievo ‘contenutistico’, giacché senza un contenuto che la ‘riempia’, la forma sarebbe meno che un semplice vuoto contenitore. Dicevamo che il contenuto condiziona profondamente gli assetti formali, ma anche questi come è possibile osservare esercitano un influsso tutt’altro che trascurabile sugli aspetti di contenuto. E’ possibile indicare, ad esempio, qualche semplice esempio: non si potrà versare dell’acqua in un sacchetto di carta, poiché questo, in brevissimo tempo, collasserebbe lasciando andare disperso il contenuto del liquido.
Ma questo stesso contenuto assumerà necessariamente la consistenza e l’aspetto volumetrico del recipiente in cui è stato versato, così che se noi provassimo a congelare l’acqua, liberando il ghiaccio formatosi dal contenitore che lo ospita, potremmo constatare che l’acqua raggelata ha assunto le caratteristiche ‘formali’ proprie del recipiente stesso. Ma non basta: occorre aggiungere a queste semplici osservazioni almeno un’altra considerazione: non potremo, ad esempio versare acqua in un sacchetto di carta, come abbiamo già indicato, ma non potremo nemmeno introdurre brace ardente in un recipiente che non sia refrattario, né mai, in via più generale, alcuna sostanza in un contenitore disadatto alle sue caratteristiche. E, così, sarà possibile raccogliere nel sacchetto di carta delle castagne bollenti, che rischierebbero invece di lasciar disfare il telo d’un sacchetto di plastica, il quale, invece, potrebbe tranquillamente raccogliere dell’acqua, senza dover noi preoccuparci che esso possa sciogliersi, come avverrebbe se, come già abbiamo osservato, il sacchetto fosse di carta. Qui, il concetto di forma implica un allargamento della prospettiva d’analisi che tenga conto anche dei ‘materiali’ che distinguono e caratterizzano sia i recipienti contenitori che i contenuti stessi, e di tale ampliamento analitico ed, ovviamente, delle implicazioni logiche ed estetiche che esso comporta ci occuperemo un po’ oltre, all’interno di questo mio ragionamento. Queste semplici considerazioni, comunque, consentono di verificare l’inscindibile rapporto di interdipendenza che modella la relazione contenuto-forma. Quando, perciò, dichiariamo di voler discutere del tema della forma, lo facciamo essendo consapevoli e convinti di voler mettere a fuoco un aspetto specifico del problema, provvedendo a presupporre come già delibata la corrispondenza contenutistico formale e mirando ad additare nelle caratteristiche ‘formali’, appunto, la chiave di leggibilità immediata con la quale un oggetto si presenta dapprima al nostro contatto sensoriale e, poi, attraverso questo, alla sintesi percettiva che, come meglio si osserverà, in quello che io definisco ordine estetico”. Infine io penso che la pittura di Sandro Viglione trasmette un senso di equilibrio tra forma e colore, quasi equiparandolo ad un voluto effettismo. Sandro Viglione in questa accezione non è un colorista, egli tratta il colore e nel contempo riesce a sentirlo, forse attraverso una retina particolare, riesce a sentire il colore dentro, perché ne ricerca le vibrazioni interne, i punti caldi e i punti freddi, quasi una radiografia della sua pittura. Egli nei suoi lavori riesce a creare delle variazioni cromatiche, dove le sensazioni danno fluidità e movimento alla materia.