Si inaugurerà giovedì 7 novembre alle 17.30 presso le sale espositive di Castel dell’Ovo la mostra di Gennaro Della Monica “L’Italia intatta di Gennaro Della Monica”, mostra promossa da Comune di Teramo, Comune di Napoli, Fondazione Marchesa Carla de’ Petris a cura di: Philippe Daverio, Paola Di Felice, Cosimo Savastano, Claudio Strinati. La mostra si potrà visitare fino al 10 gennaio 2015. Dopo il grande successo milanese 20mila visitatori a Palazzo Reale di Milano, per la mostra di Giorgio Della Monica che approda a Napoli,una tappa doverosa perché Napoli era la città paterna di Gennaro Della Monica, che lì si trasferì da Teramo a 16 anni per studiare pittura nella scuola di Resina, dove si arricchì delle influenze scaturite dall’incontro con il “vero poetico” di Domenico Morelli e dei Palizzi. L’esposizione si avvale come a Milano dell’allestimento pensato dall’architetto Antonietta Adorante. La novità rispetto a Palazzo Reale sta nell’ampliamento del corpus di opere esposte con una cinquantina di acquarelli prestati da collezionisti privati in aggiunta ai 90 olii proposti nella rassegna milanese. Altre novità sono state presentate ieri alla stampa dalla curatrice Paola Di Felice, dall’assessore alla Cultura Francesca Lucantoni, e da Lorenzo Trippetta, presidente della Fondazione De Petris. Anche a Castel dell’Ovo saranno proiettati in loop i video del regista teramano Marco Chiarini sul paesaggio teramano dominato dal Gran Sasso e sul castello neogotico fatto costruire dal pittore. L’omaggio è all’artista Gennaro Della Monica (Teramo, 1836-1917) sulla cui produzione pittorica si intende proporre al grande pubblico una mostra itinerante per svelarne le sorprendenti vene di modernismo che lo collocano lungo rotte di scambi culturali forse insospettabili per chi si limiti a giudicarlo col metro del pittore di soggetti storici e mitologici. E’ in realtà, pittore d’avanguardia per i suoi temi paesaggistici, ricchi di suggestioni che rinviano all’impressionismo francese e alla “macchia dei toscani”; scultore di pregio, oltre che architetto e direttore dei lavori per la realizzazione di un borgo medioevale di notevolissime qualità architettoniche, che si intende restaurare e valorizzare per la sua connotazione di eccellenza strutturale e storica, Gennaro Della Monica rappresenta la punta di diamante di una serie di espressioni artistiche abruzzesi che da tempo si è cominciato a valorizzare, sottraendole al cono d’ombra che le ha caratterizzate sino per un lunghissimo arco di tempo.
L’evento espositivo avrà anche l’obiettivo di sottolineare il forte legame con l’Accademia napoletana dell’Ottocento del nostro, uno di quei “napoletani d’Abruzzo” che apportò linfa vitale allo sviluppo dell’importante scuola ma che, soprattutto, aderì alla Scuola di Resina, chiamata anche Repubblica di Portici, un movimento radicalmente innovativo e polemico nei confronti di ogni compiacimento edonistico e illustrativo e favorevole ad un continuo approfondimento della conoscenza del “vero poetico”. E in effetti, sostenitrice di un nuovo concetto di realismo che non atteneva alla realtà di luoghi o fatti da descrivere minuziosamente, seppure priva di un’esplicita dichiarazione programmatica, la Scuola di Resina, promossa da Marco De Gregorio, ebbe le adesioni successivamente di Federico Rossano, il giovane Giuseppe De Nittis e il toscano Adriano Cecioni che, assieme a Giuseppe Abbati, contribuì a diffondere a Napoli le novità figurative dei macchiaioli dalla Toscana, Antonio Leto, Alceste Campriani, Francesco Lojacono, Federico Cortese Eduardo Dalbono, e lo stesso Gennaro Della Monica, amico fraterno di Marco De Gregorio. E non da ultimo la mostra intende sottolineare l’azione creativa di un artista che, al pari di numerosi altri tra ‘800 e ‘900, stabilirono un rapporto rinnovato con la natura e l’ambiente dipingendo tele che fissarono per sempre la bellezza di luoghi naturali nell’intera Italia, fotografia creativa di una nazione che sta perdendo con la memoria il senso di una bellezza antica.
DELLA MONICA GENNARO Teramo 1836 – 1917
Allievo del padre Pasquale, pittore neoclassico, si iscrisse intorno alla metà del secolo all’Accademia di Napoli. Qui nel 1855 fu premiato per il Corradino reduce dalla sconfitta di Tagliacozzo. Artista e polemista singolare, grazie a una serie di viaggi in Italia in compagnia del nobile ungherese S. Teleki, entrò in contatto con numerosi pittori, tra cui M. De Gregorio, S. Altamura, F. Faruffini, T. Signorini. Tra il 1860 e il 1867 soggiornò a Firenze, dove assimilò i principi del Realismo toscano e parallelamente si impose con dipinti di tema letterario, come l’Ebreo errante. Negli anni, la sua attività si divise fra i piccoli quadri di battaglie, a imitazione dei maestri del Seicento, e gli studi dal vero, sorprendenti per la modernità del linguaggio verista adottato (Paesaggio con campo di grano, coll. privata). Apprezzato per i soggetti di storia antica (Ferruccio a Gavinana, esposto alla Promotrice partenopea del 1863; Bruto condanna a morte i propri figli, Teramo, ex Tribunale) e contemporanea (Stato maggiore ungherese con Garibaldi a Santa Maria di Capua, esposto a Firenze nel 1865), si misurò anche con la pittura sacra (Mosè abbandonato sulle acque del Nilo, Teramo, coll. Banco di Napoli).
Ritornato nella città natale, lavorò per le chiese locali (Apparizione di Cristo, Teramo, chiesa di S. Agostino) e diede seguito alla sua poliedrica produzione pittorica (Salvator Rosa fra i briganti abruzzesi e Una fiera sotto il Gran Sasso d’Italia, etrambi esposti a Firenze nel 1879; Campagna e tipi abruzzesi, inviato a Genova nel 1885).
CASTEL DELL’OVO – Napoli
dal 7 novembre 2014 al 10 gennaio 2015
Via Eldorado 3 (Borgo Marinaro)
Telefono: +39 081 7640590+39 081 7640590
Aperto tutti i giorni 9.30-19.30, la domenica 9.30-14.00