Il pubblico del Festival Internazionale del Film di Roma ha assegnato il premio per la seziona Gala – ampiamente condiviso – a Trash di Stephen Daldry, regista già candidato all’Oscar per Bill Elliot (2000) e approdato al cinema dopo aver diretto il Royal Court Theatre di Londra e aver lavorato alla BBC. La location di Trash (spazzatura) è una coloratissima e infinita discarica brasiliana dove i bambini delle favelas passano le loro giornate a rovistare nell’immondizia nel tentativo di trovare qualcosa di riciclabile. La vita di Rafael, Gardo e Rato è sconvolta dal ritrovamento di un portafoglio. Da quell’istante inizia l’avventura alla scoperta dei segreti del proprietario del conteso ritrovamento, l’ansiogena selezione tra amici e nemici, e le peripezie per scappare dalla polizia corrotta. Da quell’istante lo spettatore è, insieme ai tre audaci, tuffato nelle contraddizioni di Rio, immerso nella discarica, disgustato dai politici e dai loro loschi affari. All’improvviso dei bambini miserabili e un luogo nauseabondo diventano importanti per i potenti, favelas e grattacieli si toccano. La sceneggiatura impeccabile di Richard Curtis (Notting Hill e Bridget Jones) riesce ad accostare: politica, favelas, discarica e corruzione, legandole con un denominatore comune. Daldry alza il tiro e universalizza la storia, si passa dalla sporcizia fisica a quella morale, e la seconda è peggiore. Un film ‘politically correct’, l’altra ‘faccia della luna’ dei mondiali di calcio, ben girato, con un ritmo serrato e ben interpretato. I ‘meninos de rua’ (i bambini di strada), protagonisti del film, hanno raccontato che senza questo film non avrebbero mai potuto vedere il Colosseo. L’uscita nelle sale cinematografiche è prevista per il 27 novembre.