I lettori di fumetto quest’estate si son trovati tutti coinvolti in un ciclone da cui nessuno è riuscito a scappare: come avrete capito ,parlo del terribile “scandalo” della Spider-Woman di Milo Manara. Andiamo con ordine : la Marvel negli ultimi anni ha visto imporsi con forza e merito il “girl power” sia a livello di autori (Sara Pichelli su tutte) e a livello editoriale (siamo intorno alle dieci testate dove il protagonista principale è una donna), ma mancava ancora la testata del personaggio che più di tutte ha avuto il merito di sdoganare i personaggi femminili da semplici oggetti ammiccanti e vestiti in modo sexy: ovvero Spider-Woman (un pedsonaggio forte con un background da spia e doppio giochista e che aveva la caratteristica grafica di essere completamemte coperta dal costume , se si esclude la bocca). Sfruttando un evento che coinvolge tutte le testate dei “ragni Marvel” la casa editrice decide che i tempi son maturi per rilanciare il personaggio ma commette un enorme errore . L’editor a cui viene affidare la gestione autoriale della serie contatta alle matite della serie Greg Land , disegnatore famoso per “barare sulle tavole” ricalcando spesso volti direttamente da riviste adulte, ma soprattutto contatta Milo Manara per realizzare una variant cover .
La Marvel decide di mostrare la copertina di Manara per promuovere l’albo ed èsplode l’inferno: Manara viene accusato di maschilismo per via della posa e tutto il mondofumetto, dai lettori agli autori, sente il dovere di intervenire pro o contro l’autore …perdendo spesso il vero punto della questione. La questione assume dei toni grotteschi quando una blogger decide di “correggere” la posa del maestro italiano e Manara stesso , piuttosto stizzito decide di rispondere con uno schizzo che dimostra l’ inesattezza delle correzioni della blogger.
Intanto la cover schizza in vetta ai preorder dei distributori di comics, i giornali generalisti fanno passare i lettori di fumetti come persone bigotte e la Marvel decide di rallentare la produzione di variant firmate Manara in uscita per altre testate pur non rompendo la collaborazione col maestro italiano. E pensare che sarebbe bastato semplicemente dire “l ‘editor di Spider-Woman poteva scegliere un altro cover artist”. Occasione sprecata per dimostrare che il mondo del fumetto può trattare degli argomenti controversi con maturità. Peccato.