C’era una volta… Poteva non iniziare così questa storia? C’era una volta un regno, un regno nato dalla pace, dalla ricchezza e dalla prosperità. Un regno dove la giustizia trionfava dove i malvagi venivano puniti e non esisteva la povertà. E questo regno aveva un regnante giusto, magnanimo e altruista. Andronico era il suo nome, e la sua fama era preceduta dalla sua nobiltà d’animo. Era il primo sovrano che riusciva ad unificare sotto un solo nome, tutto il Livian. Era l’unico sovrano che non aveva rivali in patria e tutte le dinastie dei paesi vicini lo ammiravano. Andronico aveva regalato al suo continente, appena uscito dalla barbarie, un lungo e duraturo periodo di pace. Si cercarono matrimoni con le altre nazioni confinanti, per accrescere l’egemonia del regno e nello stesso tempo allungare il già duraturo periodo di pace… Ma qualcosa stava per cambiare. Andronico, decise che suo figlio, il giovane principe doveva sposare la primogenita del Re di Morian. Scarica lo storyboard dei personaggi
(circa 1300 anni dopo)—Il secolo dell’innovazione…Gli uomini comunicano tra di loro in qualsiasi parte del globo terrestre si spostano di migliaia di km in poche ore… In una piccola cittadina di provincia un gruppo di ragazzini gioca vicino ad una grotta, sono 4 amici, nati e cresciuti insieme, che non si separerebbero per nulla al mondo. Seifer, Antony, Flynn e Andrew. Ma questa volta sarà diverso, questa volta un avvenimento sconvolgerà la loro vita per sempre, nulla, e dico nulla, sarà più come un tempo, né il passato, né il futuro… Ma torniamo nel passato: (da qualche parte nell’isola abitata dai Kitauri, il gran Consiglio è riunito e i tre saggi sono a colloquio, Gayndal, Zurel e Hydaronos) “Dobbiamo rubare quella spada, la loro ricchezza, la loro prosperità è dovuta a quella diavoleria, che gli dono Sorceres! Infondo ci appartiene, Argon era un kitauro e la Dama del Lago donò la spada a lui – Ma Argon è morto, oltre 200 anni fa, e anzi c’è qualcuno che mette in dubbio che sia mai esistito. – Tu maledetto blasfemo, negare le nostre origini, le origini del nostro popolo, tu non meriti di rimanere tra noi! – Stai calmo Gayndal, cerca di ragionare, forse ha esagerato, ma non siamo sicuri che quella maledetta diavoleria sia nelle mani di Andronico. Non possiamo esserne certi, nessuno l’ha mai vista.- G.:”Zurel, amico mio, i miei informatori mi hanno anche detto dove si trova esattamente, ma quel maledetto tiene più uomini a guardia di quella fortezza che ai confini del suo stato. E poi non possiamo permettere che quell’inetto deficiente di suo figlio sposi la figlia del Re di Morian.” – In effetti Josefine è incantevole – Non è per quello Zurel! Sei andato troppo oltre – non sarà mica perché era stata promessa in sposa a te? – Maledetto Hydaronos, ti ucciderò, fosse l’ultima cosa che faccio. La discussione si stava accendendo ma in quel momento entra un soldato e si rivolge a Gayndal: “Signore! I soldati speciali sono tornati.” Gayndal: “Bene, allora voglio parlarci adesso!” Zurel: “Gayndal, non andare troppo oltre… sai benissimo cosa dice la profezia, non possiamo controllare la spada se non ne siamo degni!”. Gayndal: “Zurel tu sei un grande scienziato, ma non puoi sapere tutto, quella profezia è solo una stupida superstizione, quella spada ha un potere che tu non puoi neanche immaginare”. G.:”Tu pensa ai tuoi libri, che all’azione ci penso io. Tu hai frequentato le scuole migliori, io, mentre tu studiavi, imparavo ad uccidere per sopravvivere!”. Gayndal, generale dei kitauri, uomo gigantesco, moro, dalla voce roca e lo sguardo terrificante, va via, sbattendo la porta. Z.: “Troppo testardo per ascoltarmi, si sta facendo accecare dal potere, quella spada non risolverà i nostri problemi, non può essere maneggiata da tutti. Noi abbiamo il dovere di aiutarlo comunque, quando ce ne sarà bisogno, noi saremo lì per aiutarlo” – Hydaronos:” A malincuore sono d’accordo con te, speriamo che non ci trascini in qualcosa più grande di noi!”
(intanto nel presente…)
Avete visto quel bagliore infondo a quella grotta? Andiamo a vedere! – Seifer: “Ragazzi è pericoloso, qui ci sono ancora residuati bellici dell’ultima guerra, mio padre me lo ha sempre detto” – Antony: “ah andiamo, ormai abbiamo 16 anni, possiamo cominciare a fare qualcosa di più che giocare ai videogames no?” Così con un misto di paura e adrenalina i 4 si avvicinano al fondo della grotta. Il bagliore aumenta sempre di più ma è ancora lontano, nessuno dei quattro riesce ancora a discernere bene. Ma la curiosità supera la paura.
(torniamo nel regno di Livian)
Grazie all’apporto di un corpo speciale che Gayndal ha fatto arrivare direttamente dall’oriente, un gruppo di assassini della setta del Fantasma Oscuro, il generale kitauro è penetrato senza sforzo nel castello di Rennes, suprema roccaforte di Andronico, mai violata da nessun invasore. 5 assassini ammazzano una dopo l’altra le sentinelle e scortano il generale nel bastione, sede delle stanze imperiali e soprattutto della sala segreta dove era nascosta la spada.
Gayndal: “Eccoci qui mia diletta, sei dietro quella porta e tra poco sarai mia” – poi rivolgendosi ai Fantasmi Oscuri – “Voglio che penetriate nelle stanze del Re e massacriate lui, la sua famiglia, anche le donne e i bambini. Non risparmiate nessuno della Famiglia Reale! Io adesso ho un appuntamento” – Gayndal si dirige verso la porta ma davanti a lui si pone un cavaliere in armatura. “Non passerai da questa porta traditore barbaro!” – G.: “Ah, il figlio inetto del Re, pensi davvero di poter fermare un kitauro? Sei cresciuto nel benessere e nella ricchezza, non puoi competere con chi uccideva già a 9 anni! Ma se vuoi morire con onore ti capisco, vedendo come la tua famiglia è stata sterminata senza onore né gloria, vieni pure avanti.” – Aldarico, primogenito di Andronico ed erede al trono di Livian, al solo sentire di quelle parole e alle urla delle sorelle e dei fratellini piccoli che venivano massacrati senza pietà si scaglia con tutte le sue forze contro Gayndal. – “Ti ammazzerò maledetto traditore codardo” – Gayndal alza la spada per parare il colpo ma Aldarico cambia improvvisamente postura, prendendolo di sorpresa. Un taglio profondo tra la spalla e il collo, che rischia di uccidere il malvagio generale. – “Ti spazzerò via, farò quello che mio padre non ha fatto!” – G.: “Però ragazzo, devo averti sottovalutato, ma dovevi uccidermi, perché non avrai una seconda possibilità.” – Il principe vibra per la seconda volta il colpo ma l’oscuro generale lo schiva e con un calcio in pieno petto lo sposta indietro mandandolo a sbattere contro la porta che stava proteggendo. A.: “Non è finita – il principe si rialza e riparte all’attacco – ti ucciderò”. G.: “il tuo tempo è finito!” – con un balzo felino, Gayndal schiva il colpo e con la sua spada trapassa il principe da parte a parte. Il rampollo della casa di Livian cade in ginocchio di fronte al generale che gli solleva la testa dai capelli e guardandolo negli occhi: “Hai fallito, come è fallito il progetto di tuo padre, la vostra casata sarà cancellata dalla faccia della terra, e le tenebre torneranno a regnare in questo oscuro continente. HA,HA,HA,HA!” – Gayndal solleva la spada per il colpo di grazia ma il principe con un ultimo impeto gli conficca un piccolo pugnale in una gamba e riesce a liberarsi. A: “No, la mia stirpe non morirà, tu non vincerai mai e soprattutto non avrai la spada” – Con un ultimo sforzo, mentre l’ultimo anelito di vita lo abbandona apre la porta e corre verso una altare posto al centro della stanza, un altare con una spada conficcata che emana luce propria. Il principe, si avvicina, Gayndal zoppicante lo insegue e lo ha quasi raggiunto ma il principe allunga la mano sulla spada e pronuncia una frase, mentre Gayndal lo trafigge per l’ultima volta. Una luce fortissima si sprigiona dalla spada, il principe e l’arma sono spariti! Gayndal rimane atterrito, ma non capisce cosa sia successo. Cade in ginocchio sapendo di aver fallito. Dopo qualche minuto gli assassini hanno “finito” il loro lavoro e arrivano dal generale che è stremato a causa delle ferite e delle perdite di sangue. “Generale! Ha perso i sensi, dobbiamo portarlo via!” – “Ci pensiamo noi! – due figure oscure erano appena comparse, erano Zurel e Hydaronos – Lo trasportiamo noi a casa, qui non c’è altro da fare.” “Signore – ribadisce un soldato – abbiamo un problema!” – “parla pure” – dice Zurel – “Questa sera al palazzo era presente anche Josefina, la figlia del Re di Morian, la promessa sposa del Principe, che dobbiamo farne? Dobbiamo fargli fare la fine degli altri?” – Z.:”No!, Portatela a Kitannia! Incendiate il castello, Il re di Morian sarà costretto ad allearsi con noi se vorrà rivedere la figlia!” – “Come lei chiede, signore!”. E così con una manovra subdola, vigliacca quanto efficace, il Generale in capo kitauro Gayndal con in 2 suoi consiglieri Zurel ed Hydaronos, si era sbarazzato di tutta la famiglia reale di Livian, aveva distrutto il regno della prosperità e si preparava ad instaurare nel continente una nuova politica del terrore. Ma la cosa più importante, “La Spada che genera il Fuoco” era sparita col principe ereditario, che, seppur ferito a morte, aveva utilizzato qualche meccanismo di sicurezza per scappare con la spada. Ma dove erano finiti?
(torniamo ai giorni nostri)
Intanto i nostri 4 eroi si avvicinano sempre più alla fonte di quella strana luce. Quando furono a pochi metri, cominciarono a capire di cosa si trattasse. Un vortice di elettricità avvolgeva una forma romboidale che ruotava su se stessa e al suo interno si vedeva l’alternarsi delle immagini come fosse una televisione o qualcosa di simile. Ma all’interno le immagini non erano chiarissime, sembrava uno di quei vecchi film in cui guerrieri medievali combattevano. Per un po’ i ragazzi rimasero come ipnotizzati dal tutto. Ma ad un certo punto, quella “cosa” cominciò a sparare raffiche elettriche che si infrangevano contro le mura della caverna e illuminavano tutto come lampi in una tempesta. “Dobbiamo andare via!” – grida Andrew – “È pericoloso!” – “No – ribadisce Antony – “Potrebbe esserci un motivo per cui siamo qui, restiamo!”. A questo punto uno di quei fulmini, un po’ più grande colpisce il soffitto della caverna, l’esplosione è devastante e parte della roccia viene giù. Ma non solo quella. Le pietre vanno a colpire il rombo di luce e lo fanno esplodere. I ragazzi vengono scaraventati a terra, e per un attimo perdono i sensi. Al risveglio però hanno una sorpresa a dir poso sensazionale. Al posto del rombo giaceva prono un uomo in armatura con una spada lucente in mano. Con qualche titubanza i ragazzi si avvicinarono. “Ma che razza di diavoleria è mai questa? – Flynn – da dove è sbucato fuori? Era nel soffitto?” – Seifer – “Non può essere, ha ancora il sangue fresco addosso, lo vedete!”. Come un rantolo, con una flebile voce, il cavaliere tentava di dire qualcosa a questi ragazzi. “La dono a te, è una spada di grande potere, il potere che ti servirà per salvare il mio mondo dalla distruzione. “Andiamo, chi sei Rosario?” – “Basta con i travestimenti, il gioco è durato anche troppo”. “Non è un gioco, voi dovete salvarla, lui la rapirà e le farà del male. Ti prego – guardando SEIFER – prendila e salva la vita a lei e al mio mondo!”. E dicendo queste parole il cavaliere spirò lasciando attoniti i 4 ragazzi, ormai più che spaventati. “È morto, non posso crederci è morto – urlava delirante Andrew – allori diceva sul serio, ma come è arrivato qui?” “Credo che la chiave sia quella spada, voglio prenderla e vederla da vicino”. Il giovane ragazzo si avvicino alla spada, la prese e la sollevò sulla sua testa. “È leggerissima, sembra un giocattolo!”. Poi estrae dalla cintura dello sfortunato cavaliere l’elsa e ve la ripose molto lentamente. Si era accorto che sulla lama era incisa una scritta in caratteri un po’ diversi da quelli che conosceva ma che comunque riusciva quasi a leggere bene. “Tempus Regredit in Orbis”. Il latino non era mai stata la sua forza a scuola, ma comunque capì più o meno il senso di quello che c’era scritto. Guardò i suoi amici e disse: “Ragazzi qui c’è scritta una cosa in latino! Tempus Regredit in Orbis!”. Ma il vero problema fu che pronunciò la frase impugnando la spada! Le conseguenze furono incredibili. Intorno alla spada si sviluppò un vortice che in breve avvolse tutto il corpo di Seifer, i suoi amici si gettarono addosso a lui per cercare di trattenerlo, ma fu tutto inutile. In pochi secondi furono tutti risucchiati. Il buio, si accorsero che solo il buio li circondava quando ripresero i sensi. Il primo a svegliarsi fu Antony. “Adesso dobbiamo uscire di qui e in fretta, da questa parte!” Si alzarono tutti e tre ma si accorsero che Seifer mancava. Non lo vedevano da nessuna parte e questo li spaventava. Poi poco più indietro, verso l’uscita, si accorsero della presenza di una figura umana in armatura con una spada lucente in mano. “E questo chi cazzo è” – tuonò Flynn – “Niente paura sono io, ragazzi questa spada è magica davvero!”. “Seifer sei tu?” I ragazzi avevano riconosciuto la voce ma non potevano credere a quello che stavano vedendo. “Che ti sei messo addosso?” “Io nulla guardate qui” – il ragazzo ripone la spada nella guaina e dice “vita mortis credo!”. L’armatura sparisce completamente, e si dissolve come fosse incorporea. “Capite ragazzi? L’armatura fa parte della spada! Compare quando si va in assetto da battaglia!” “Battaglia, quale battaglia -ribadisce Flynn – io voglio solo ritornare a casa!” e Seifer ” A casa? credo che dovresti dare un’occhiata fuori!”. Lo spettacolo che si presento agli occhi dei 3 increduli ragazzi fu incredibile. Due eserciti, uno col simbolo del dragone alato e l’altro con il simbolo di una stella a 8 punte si stavano fronteggiando. Le armature scintillavano, il fragore di migliaia di uomini che si scontravano era assordante. Andrew fece per correre verso l’interno della grotta ma Seifer lo fermò, trattenendogli con forza il braccio. “C’è un motivo per cui siamo qui, il cavaliere ci ha dato la spada, e spiegato cosa fare.” )”C’è un motivo per cui TU sei qui! Noi ci troviamo in questo casino solo perché abbiamo tentato di aiutarti” – Ribadì Andrew, con il volto segnato dalla paura e della poca comprensione di quello che stava succedendo. “Non capisci? Quella caverna è un portale tra due mondi, due realtà parallele, e questa spada è la chiave per attivarlo! Questo sembra il nostro mondo ma in realtà non lo è, sembra che qui siamo in una specie di medio evo!” – “Tu stai farneticando, quella spada ti ha dato alla testa, di sta confondendo. Deve essere una qualche raffigurazione in costume, vedrai che è tutto finto”, il giovane e incauto uomo si avvia verso il centro della battaglia, ma all’improvviso una lancia sbuca dalla mischia e lo trafigge! “nooo!” – Grida atterrito Seifer, mentre i suoi compagni rimangono pietrificati. Intanto dalla mischia viene fuori un cavaliere, alto, possente, con un’armatura argentata scintillante. Si avvicina al corpo rannicchiato del ragazzo ferito, lo sposta col piede. Probabilmente i lamenti del ragazzo l’hanno attirato. Lo guarda meravigliato, in effetti i 4 non erano proprio vestiti in “linea con i tempi”, poi estrae la spada e si prepara al colpo di grazia. Una spada enorme, lucente, con manico intarsiato di gioielli e alla fine dell’impugnatura una stella a 8 punte nera, il simbolo del sole oscuro. L’arma è sollevata e mentre sta dando il colpo di grazia…”No, non lo ucciderai, non te lo permetterò ” – Con una spallata Seifer aveva spostato il cavaliere mentre i suoi amici portavano via il ferito – “Adesso te la vedrai con me! – Il ragazzo estrasse la spada, aspettandosi, probabilmente qualcosa di eccezionale, ma in realtà non succede nulla – che diavolo succede perché non compare?” Il Cavaliere, con un ghigno sul viso si avvicina minaccioso, Seifer dovrà combatterlo con le sole sue forze. Un fendente del cavaliere gli sfiora la testa, un altro una gamba, poi lo scontro tra le 2 spade – “Non mi farò battere” – ma un colpo a braccio largo in faccia con un guanto di ferro e con una forza mai subita prima lo scaraventa via di qualche metro. Adesso Seifer è riverso a terra con il naso e il volto sanguinanti, un graffio sul torace e un numero non ben precisato di lividi. Tiene ancora la spada in mano, ma a questo punto gli servirà a poco. I passi pesanti arrivano lentamente, senza quasi più un briciolo di forza, il ragazzo comincia a capire quello che lo aspetta. E intanto un nugolo di pensieri assalgono la sua testa… Si rammarica per non essere riuscito ad aiutare il misterioso cavaliere che avevano incontrato, per non essere riuscito a salvare la vita dei suoi più cari amici. Ma ormai il momento era giunto. Il soldato del sole nero lancia il suo fendente, pochi secondi separano Seifer dalla morte. Ma a questo punto succede qualcosa, la spada che stava impugnando, si illumina di luce propria. In una frazione di secondo, un’armatura scintillante avvolge il corpo del ragazzo.. La spada argentata del cavaliere impatta con l’armatura e si infrange in mille pazzi! Seifer non ha ancora capito cosa succede, lui aspettava la morte, ma alza la testa e vede il guerriero scintillante con lo sguardo attonito, quasi impaurito. Poggiandosi sulla spada il guerriero dorato si rialza in piedi. “Cosa c’è? Non mi finisci? Che ti prende?” – Seifer sentì una forza straordinaria, una forza che proveniva direttamente dalla spada e si irradiava attraverso l’armatura in tutto il suo corpo. Sollevò la spada e si scagliò contro il cavaliere, che raccolse una lancia da terra, deciso a difendersi, ma con meno ardore di prima. Con un primo fendente il cavaliere dorato, spezzò in 2 la lancia che il guerriero aveva opposto e tagliò come fosse burro l’armatura argentata. Procurandogli un enorme squarcio sul petto dal quale un grosso getto di sangue zampillò velocemente. Il soldato cadde in ginocchio a terra, aspettando il colpo di grazia per un fine onorevole, da guerriero. Aspettava il fendente definitivo, e il ragazzo era deciso ad accontentarlo. Ma ad un tratto: “Principe, principe, da questa parte” – una voce arrivava dalla boscaglia – “principe, da questa parte, non si faccia vedere non è ancora il momento”. Il cavaliere dorato, si gira e vede un piccolo manipolo di soldati accampati nel bosco, con sul petto il simbolo del dragone alato, con loro ci sono i suoi amici, quindi decide di andare da loro. “però devo prima fare una cosa” – Seifer si avvicina minaccioso al cavaliere in ginocchio, lo guarda negli occhi e poi con un fendente con il manico della spada, lo colpisce in pieno volto, facendogli perdere i sensi. “Questo è per il mio amico, ma non ti ucciderò”. Il cavaliere dorato arriva in mezzo ai soldati che lo accolgono con gli onori dovuti ad un re. “Principe, che piacere rivedervi, credevamo fosse…insomma morto. Sa dopo l’assalto al castello, l’incendio, non avevamo idea che fosse riuscito a fuggire con la Sacra Spada. Ma adesso mi segua, che andiamo in un posto sicuro” – nel frattempo arriva un soldato – “Tenente, che ne facciamo dei prigionieri?” – Seifer – “non sono prigionieri, sono miei amici, mi hanno salvato la vita!” – Tenente “Avete sentito, fate come ha ordinato!”. Dopo circa quindici minuti di cammino la truppa arriva in una zona che sembra molto sicura e riparata, decidi allora che la recita può finire e di svelare la tua identità a i soldati che ti credono il loro principe. Seifer solleva la spada e la ripone nell’elsa. Succede esattamente quello che era successo qualche ora prima, l’armatura scompare e rientra “nella spada”. Seifer:”Non sono il vostro principe, vi ho seguito solo per portare al sicuro i miei amici.” – Tenente – “Sei un usurpatore, meriti la morte!” – Tre soldati si scagliano contro di lui. – Seifer – “Aspettate! Il vostro principe mi ha consegnato la spada ma non ha fatto a tempo a spiegarmi come funzionava. Mi ha solo detto che dovevo salvare il suo paese e il suo mondo dalla catastrofe. Gli ho promesso in punto di morte, che l’avrei fatto. Sono qui per questo.” I tre soldati impietriti si fermano a guardarlo. Come poteva quel ragazzo vestito in modo così strano, salvare il loro regno e ripristinare lo status quo? “Come facciamo a sapere che non menti? Disarmatelo!” – Tenente “no, fermi. Ricordate la profezia. La spada ha funzionato in mano a lui, vuol dire che ne è degno. Se il principe si è fidato di lui, lo faremo anche noi. Benvenuto, la truppa reale dei dragoni alati è a tua disposizione. Questi sono solo 80 uomini, ma sono i migliori di cui disponeva il Re, e vi serviranno fino alla morte. Intanto dalla tenda “Tenente, il ragazzo ferito sta morendo! Dobbiamo fare qualcosa”. “Dobbiamo portarlo da Sorceres!” – il soldato – “Ma il castello della maga è sotto assedio da 20 giorni, non sappiamo neanche se è caduto, non sappiamo se sia viva!””Lo so ma dobbiamo tentare comunque. Soldati prepararsi alla partenza, rotta verso il castello Grayscool.” A questo punto Seifer si avvicina al tenente : “Grazie per averci aiutato, ma siamo sicuri che questa maga sia in grado di salvare il mio amico?” – “Se qualcuno può salvarlo, quella è lei. Inoltre conosce molto bene i poteri della spada, potrebbe spiegarti come si usa. Se la troviamo ancora viva…”
I soldati del sole oscuro hanno lasciato l’offensiva su tutti i fronti, appena eliminata la famiglia reale, per conquistare tutto il regno e la spada che ora tieni in mano. Inoltre tiene prigioniera Josefine, la figlia del re di Morian che doveva sposare il principe ereditario. Ma ti spiegherò meglio durante il tragitto, adesso dobbiamo andare.” Tutta la truppa si avvia attraverso il bosco verso il castello di Grayscool. “È una splendida ragazza, è stata promessa fin da giovanissima al nostro principe, per consolidare l’alleanza tra i nostri due stati. Ma a Gayndal non è mai andata giù questa cosa. Sono convinto che oltre al potere, lo abbia guidato in questo attacco soprattutto l’amore per quella donna.” Cosi i due cavalli avanzavano nella boscaglia, uno a fianco all’altro, mentre il resto della truppa li segue. “Come mai siete separati dal grosso dell’esercito?” – chiese Seifer e il Tenente: “Il grosso dell’esercito attualmente sta difendendo la fortezza di Arkan Sandur. Sono circa 10000 uomini ben armati e addestrati, ma feriti nel morale perchè senza una guida. Inoltre Gayndal ha 35000 uomini più un gruppo di micidiali assassini che ha fatto venire da oriente. Quelli che hanno sterminato la famiglia reale. Adesso il tuo arrivo cambierà le cose, l’esercito sarà rinvigorito nel sapere che il principe è ancora vivo.” – “Ma io – ribadisce un po’ spiazzato Seifer – non sono il vostro principe, né potrò mai sostituirlo. Non so nulla della vostra civiltà , dei vostri usi. Non potrò mai essere quello che voi cercate” – il Dragone Alato lo guardò negli occhi – “Il principe ha visto giusto, sei una persona umile ed intelligente. Con quella spada, con quella armatura addosso sei indistinguibile dal nostro sovrano. Ai soldati del nostro esercito basterà, ma dobbiamo fare in modo che lo sappiano. Intanto la nostra priorità è liberare Sorceres, lei sola può aiutarti con la spada.” – Il discorso continua ancora ma il redivivo principe lo interrompe di tanto in tanto per spostarsi col cavallo accanto ai barellieri che trasportano il suo amico. Sta soffrendo, sa che è tutta colpa sua, ma ora spera solo che Sorceres possa salvargli la vita. Intanto, al di là del bosco un nero pennacchio, tipico di un gigantesco fuoco acceso sale verso l’alto. “Dietro quegli alberi c’è Grayscool! – ribadì il soldato – dobbiamo preparare un piano per mandare un messaggio alla Maga. Dobbiamo escogitare qualcosa.” – ma, sorprendentemente Seifer, si gira verso il grosso dell’esercito e dice “Lei sa, sa che siamo qui, ci percepisce, il suo potere è ancora molto grande, ma non so quando durerà . Sta per succedere qualcosa che ci aiuterà .” Sorceres è una maga molto potente, padrona assoluta della magia dei 4 elementi, un essere supremo quasi divino, potentissimo ma mortale. Era una donna, l’unica discepola dell’ultimo druido Merlino, l’ultima depositaria di quella sapienza antica ormai perduta. Intanto il Tenente Maragh si avvicina a Seifer – “La battaglia che ci aspetta sarà molto dura, sarai costretto ad uccidere e questo non ti piacerà.” – Seifer lo guarda con sguardo atterrito e: “Io non sono in grado di attivare la spada, in mano a me è un’arma come le altre. Prima si è attivata da sola per proteggermi, non so se succederà ancora. Non so se potrò esservi di grande aiuto.” E allora il tenente – “non importa, quando sarà il momento sono sicuro che funzionerà”. Seifer si sente rinvigorito dal discorso, non vuole ammazzare, ma poi pensa ai suoi amici, entrare nel castello è l’unica speranza, pensa che se fallirà i suoi amici moriranno e allora prende una decisione. Si gira verso la truppa, estrae la spada alza la testa in modo fiero, ed esclama “Sono Pronto!”. Il tenente con uno sguardo compiaciuto lo guarda negli occhi e gli dice “sei coraggioso ragazzo, ma non avere pietà, loro non ne avranno per te, hanno ammazzato donne e bambini per cancellare la nostra stirpe da queste terre”. Seifer gli fa un cenno col capo. Intanto le sentinelle si accorgono che dalla base del castello fuoriesce una strana nebbiolina. “Ci siamo è un incantesimo della maga” – Esclama Maragh, poi si rivolge alla truppa – “Compagni D’arme, Amici, Fratelli, tante battaglie abbiamo combattuto fianco a fianco, ma questa volta è diverso, da questa battaglia dipende il futuro delle nostre famiglie e di chi ci seguirà. Grayscool è l’ultimo baluardo contro Gayndal, non possiamo lasciare che cada! Siamo solo una guarnigione contro almeno 600 uomini bene armati e addestrati, ma noi abbiamo l’invisibilità che ci donerà Sorceres e poi abbiamo il potere della Sacra Spada che da secoli protegge il nostro popolo. Io oggi vi dico per la vita, per il Re e per Dio che noi vinceremo perché questa è la terra dei nostri padri, e sarà quella dei nostri figli, non basterà un manipolo di selvaggi d’oltremare per portarcela via!” Al termine del discorso l’urlo che accompagna le parole finali del condottiero sembra un ruggito poderoso. Nel frattempo dalla torre più alta di Grayscool parte una gigantesca palla di fuoco. I soldati la interpretano. “E’ il segnale della maga, attacchiamo!” Tutta la guarnigione si butta alle spalle dell’esercito del sole nero che assedia il castello con una foga spaventosa, un furore mai visto, un coraggio che va al di la dell’umana comprensione. Anche Seifer si lancia in mezzo alla mischia. Si guarda intorno, vede i suoi nuovi compagni, approfittando della nebbia, fare un sol boccone dei soldati del Sole nero, trafiggendoli con una violenza assoluta e decisa. Ma ad un certo punto, un soldato gli si para davanti. Lo guarda negli occhi, estrae la spada. E’ una sfida. E’ la prima volta che Seifer prova una tensione mista a paura così forte, è la prima volta che lotta per la sua stessa vita. Il soldato del sole gli si scaglia contro, e lui l evita con grande agilità. Ma non è finita, perché il guerriero che lo attaccava si alza in piedi, si apre l’elmo e urla verso Seifer : “Io sono Hydaronos, supremo generale delle forze di invasione, servitore di Gayndal e futuro governatore di queste terre. Ho intenzione di stabilire la mia dimora in questo castello! Non lascerò che un manipolo di stolti ragazzini mi intralci nel mio progetto!” – Ma Seifer decide di rispondere – “io sono Seifer e questa e la sacra spada, pensi di poter competere con me?” – “La sacra spada è andata perduta, se quella fosse la vera, non avresti esitato ad usarla!” – Hydaronos, col suo elmo con 4 corna e la sua enorme ascia bipenne si avvicina minaccioso verso Seifer che però stranamente rimane immobile. Il gigantesco generale solleva l’ascia e comincia a correre verso il giovane che sembra impietrito dalla paura. “Avrei voluto che combattessi da uomo ma farai la morte del cappone! Muori! Hydaronos vibra il suo colpo con una violenza inaudita, ma Seifer ha una strana luce negli occhi, sembra quasi ipnotizzato. Tuttavia la velocità con cui si muove è incredibile. Il ragazzo schiva con estrema facilità il colpo del gigantesco uomo e fa partire un fendente verso la testa. Il generale si tira indietro appena in tempo. La lama della spada sacra gli mozza di netto le due corna della parte destra dell’elmo, ma il condottiero del sole nero capisce di essere stato fortunato. E’ stato superficiale, adesso è in balia di un ragazzo che aveva considerato un avversario troppo facile. E’ fermo in ginocchio davanti a lui che può vibrare il colpo di grazia. Seifer, senza pietà solleva la spada sulla sua testa e fa partire un colpo con tutte le sue forze. Il colpo è destinato a tagliare in due Hydaronos ma all’improvviso “Generale, no!” – Un soldato si butta tra i contendenti per difendere il proprio generale, il fendente potentissimo lo taglia in due. Il sangue schizza in faccia a Seifer e Hydaronos, che si rialza a fatica e, protetto da altri suoi soldati, si allontana dal campo di battaglia. Seifer resta immobile. Per la prima volta nella sua vita ha ucciso un essere umano e anche se sa che è stato solo per difendersi non è per niente fiero del suo gesto. La spada gronda ancora del sangue di quel soldato che ha tagliato in due. Intanto la battaglia volge al termine, l’effetto sorpresa è stato determinante, le torri d’assedio cadono una dopo l’altra, l’esercito di Hydaronos è in fuga. La battaglia prende una piega positiva. Seifer si gira verso l’entrata del castello e procede verso di essa. Trafigge tutti i soldati nemici che gli capitano a tiro, con quello sguardo assente del duello col generale nemico, quasi come stesse agendo in maniera automatica. Quando giunge davanti all’entrata di Grayscool si gira e guarda dietro di se. Venti o trenta corpi sono ammassati sulla sua strada, una carneficina. Ora è un soldato come gli altri. Deve combattere per i suoi amici, per le cose che ama, ma soprattutto per avere poi modo di tornare a casa, perché quella vita che fino ad allora aveva considerato monotona comincia a mancargli molto. Sulla destra del campo, tra i corpi straziati, Seifer riconosce Maragh che, mentre trafigge il suo ultimo avversario, lo guarda e si gira verso di lui. Avanza fiero, con la testa alta, il petto è pieno del sangue dei soldati che ha ucciso, ha un graffio sul viso ma non se ne avvede. Arriva vicino a Seifer, lo guarda negli occhi, poi china il capo e si genuflette. “Onore a te, giovane guerriero, oggi ne abbiamo la conferma, perchè la profezia è compiuta. Il tuo coraggio è inferiore solo alla tua forza. Non so da dove vieni, ma adesso ne sono sicuro. La sacra spada nelle tue mani funziona in un modo che non ho mai visto, neanche nelle mani del mio amato sovrano. Nelle tue vene non può che scorrere il sangue dei Pendragon. Mi inginocchio davanti alla tua forza, al tuo ardore e alla tua discendenza. Un giorno darò la mia vita per la tua. Seifer lo guarda atterrito, è confuso, non sa come è riuscito a fare quello che a fatto, ma sa che non è solo merito della spada. In qualche modo lei lo ha chiamato, e il suo organismo reagisce all’unisono con lei. Adesso, pur sapendo di non aver scoperto ancora tutte le sue potenzialità, sa che quella lama è un’ estensione del suo corpo. E questo gli fa provare quasi una sensazione di onnipotenza. Intanto, l’ultimo manipolo dell’esercito del sole nero si perde nella nebbia. Grayscool è salvo. “Tenente Maragh – Urla un soldato – Il nemico è in fuga, abbiamo vinto, ma abbiamo perso venti uomini”. Maragh, con lo sguardo scuro si rivolge verso Seifer e… “Ho perso altri venti fratelli, quando finirà tutto questo?” Seifer, guardandolo “Sento Sorceres che mi parla…stanno per aprire il ponte.” Dopo qualche secondo, il gigantesco portone oltre il ponte del castello si apre, e la truppa dei Dragoni Alati può accedere all’interno del castello. Vengono accolti con urla fragorose, come eroi e Seifer, che guida la truppa, viene salutato come un vero sovrano. Ci sono due colonne di persone a destra e a sinistra della guarnigione, che urlano, acclamano e osannano. Alla fine del “corridoio umano” ecco un donna, bellissima, che emana un aura di mistero. Ha un lungo mantello con un corpetto che le copre il seno ma lascia libero il ventre. All’altezza di quest’ultimo un Ragno stilizzato si irradia con le sue zampe in tutte le direzioni. Ha calzari che simboleggiano il fuoco, e due bracciali all’altezza dell’avambraccio con lo stesso fregio del vestito. Sul volto, segni tribali e il gigantesco colletto del mantello che supera la sua testa. In mano ha un scettro alto quanto lei, con nella parte superiore una lama finemente lavorata che rappresenta un falce. Sembra molto provata, ma con ancora molto potere dentro di se. Con un cenno del braccio fa segno a Seifer di avvicinarsi. Il ragazzo depone la spada nel fodero e si avvicina senza timore. La maga, lo guarda bene, poi “Sei proprio tu, sono anni che aspetto il tuo arrivo, sono anni che ti vedo nei miei sogni e nelle mie visioni. Oh Merlino se tu fossi qui e potessi vedere…” – Seifer, spiazzato da quelle parole – “ Che significa tutto ciò, che significa sei arrivato? Io sono qui per puro caso.” – E la maga – “Tu credi? No, non è così, ma ti spiegherò dopo, adesso avete bisogno di rifocillarvi. CHE SIA MESSO A LORO DISPOSIZIONE TUTTO IL NECESSARIO PER RECUPERARE LE FORZE. Ti aspetto al calar del sole, nella sala da pranzo. Ceneremo insieme e solo allora, potrò chiarire i tuoi dubbi”. – E il ragazzo – “Mah, accidenti, è andata via. Maragh, che significa?” “Decide lei quando parlare, decide lei quando sarai pronto, ma ti ha rivolto la parola, ha parlato alla tua mente. Nessuno, tranne il nostro sovrano, ha mai avuto questo privilegio. Vede in te qualcosa, non so dirti cosa, ma vede qualcosa. Ok ragazzi, andiamo a riprendere fiato.”. Vede qualcosa? Che significa? Seifer ha più dubbi di quando è partito, sperava che la maga risolvesse i suoi dubbi, ma ne ha solo creati altri. “Devo vedere Flynn, devo sapere se sta bene, dove lo hanno portato”. “Al momento, non puoi vederlo. Io sono Barendos, sono l’umile servitore di Sorceres. Il tuo amico è in buone mani. Lei lo sta salvando. Ma ha bisogno di tempo, Ha speso molte energie in questa battaglia. Attendi qui, verrò io a portarti la notizia.” Seifer si allontana dal gruppo, si sente solo e frastornato, un po’ confuso. Si avvia verso un angolo buio. Si appoggia al muro e si lascia cadere. E’ stanco, tutto quello che è successo in questa giornata è troppo. E poi le parole della maga. Cosa voleva dire? Pendragon? Ma Artù non era solo una leggenda? Tutto ciò girava per la testa del ragazzo. In cuor suo sperava che al calar del sole avrebbe avuto tutte le sue risposte. Tuttavia l’angoscia non diminuiva. Dopo circa un’ora un soldato va da Seifer “Sire, Barendos ha chiesto di lei!”. Seifer scatta in piedi rapidamente e si accinge a seguirlo. Arrivati al cospetto dell’assistente di Sorceres, questi si rivolge direttamente a lui. “La nostra signora è riuscita a fermare l’emorragia del tuo amico. Tuttavia egli non sopravviverà a lungo.” – “Cosa! Non può essere” – ribadi Seifer con le lacrime agli occhi – “A meno che… Qualcuno non riesca a trovare l’erba curativa di cui abbiamo bisogno.” – “Devi solo dirmi dove andare, non lascerò che Flynn muoia” – “Neanche noi!” – una voce amica arriva dalle spalle di Seifer, verremo con te. – Antony e Andrew – Vogliamo aiutarti a salvarlo!”. Seifer, si gira verso gli amici – “Non potete, non metterò ancora a rischio la vostra vita. Voi rimarrete qui.” – “Non puoi impedircelo, e tutta questa discussione non fa altro che allontanare la data della nostra partenza. Verremo con te. punto” – Seifer non aveva mai sentito Antony così deciso e fiero, ma capiva che anche nei suoi due amici era cambiato qualcosa. “Ok, ma io ho la spada. Voi non avete addestramento militare, là fuori c’è gente che ammazza senza pietà.” – “Noi siamo pronti, e poi con la spada da ragazzini ti ho sempre battuto, non vedo perché adesso non potrei diventare meglio di te.” – Seifer, abbozzando un sorriso – “Già è vero… Ok, procuratevi armature e spade, ma ricordatevi che questa non è la solita partita a Dungeons e Dragons, nessuno master ci aiuterà là fuori.” I tre amici si abbracciano, un abbraccio fraterno, che consolida la loro amicizia e la voglia di mettere le loro vite una nelle mani dell’altro. Seifer si rivolge verso Barendos e gli chiede dove debbano recarsi per trovare l’erba di cui ha bisogno. “Dovete camminare a passo sostenuto fino alle montagne di nord-est. Troverete una gigantesca caverna, i guardiano, se sarete di suo gradimento vi permetterà di prendere le radici che ci servono. Ma dovrete essere di ritorno entro 5 giorni!” – A quel punto Andrew sbottò “Voi stregoni dei miei stivali siete sempre così misteriosi, come diavolo facciamo a tornare in 5 giorni se ce ne vogliono 3 per arrivarci? Alla scuola dei piccoli maghi non vi insegnano la matematica?” – “Tieni a freno la lingua del tuo amico, giovane Seifer, altrimenti nel nostro mondo potrebbe avere più di un problema. Se rimarrete vivi, se troverete la radice, riuscirete a tornare in 5 giorni. Questo è tutto. Partirete domattina, adesso potete salutare il vostro amico, se volete. Poi la maga vi aspetta, come previsto, in sala da pranzo. Voi due andate in caserma e scegliete un abbigliamento più consono!” – Andrew – “Il lo odio!”. Seifer entra nella stanza dove il suo amico Flynn è disteso, sembra dormire, ma la respirazione è appena percepibile. “Non ti lascerò morire, te lo giuro. Sarò di ritorno entro 5 giorni e tu sarai salvo. Ma tu, ti prego, non abbandonarmi prima, non potrei sopportarlo.” – Gli stringe la mano fortissimamente e poi velocemente volge le spalle al letto e va via. Pochi minuti dopo… Sala da pranzo del castello di Grayscool… “La tua spada è magica – Sorceres inizia il suo discorso – Ma non è solo un’arma incantata. Nel corso dei secoli è stata chiamata con vari nomi, Durlendan, Mjolnir, e molti altri. Ma forse tu la conoscerai col suo ultimo nome: Excalibur.” – A questo punto Seifer vorrebbe intervenire con delle domande ma Maragh gli fa cenno di stare zitto, alla maga non piace essere interrotta. La maga continua – “E’stata forgiata con un metallo sconosciuto agli uomini, indistruttibile ed incorruttibile. Forgiata per essere adoperata da una stirpe di guerrieri unica, la cui discendenza continua e continuerà per secoli. Non sei stato tu a trovare la spada, è lei che ha trovato te!” – Seifer è sempre più sbalordito dalle parole di Sorceres. Ma adesso è solo ansioso di ascoltare. “Ho notato che ancora non sei pienamente consapevole degli immensi poteri di quest’arma. Ti darò delle delucidazioni. Puoi usare la spada in due modi; Come arma normale, affidandoti alla tua bravura da guerriero, in tal modo non la sfrutteresti al massimo ma avresti comunque un arma in grado di fare a pezzi qualsiasi ostacolo o armatura. Il secondo modo si attiva impugnandola e gridando “Domine in terris”, ma gli effetti tu li hai già provati. In questo modo hai un’armatura indistruttibile e impenetrabile, la forza di 10 uomini e la capacità combattiva di un Dio. Da solo potresti spazzare via un esercito. – Un sorriso di autostima sorge sulle labbra del ragazzo – tuttavia, anche questa modalità ha un limite.” – il sorriso di Seifer si trasforma in sguardo incuriosito – “La spada, per così dire, si nutre del tuo corpo, quando la userai in questo modo non sarai mai stanco ma il tempo per te correrà in maniera diversa rispetto al mondo che ti circonda. Ti donerà saggezza, ma ti toglierà anni di vita. L’ultimo suo possessore, Artù di Camelot, è morto a soli 42 anni, ma alla fine era molto più vecchio, saggio e sapiente del suo maestro Merlino, creatore della spada insieme alla dama del Lago. E’ il prezzo da pagare. Tuttavia non so dirti quanto invecchierai ad usarla, né in quanto tempo. Se vuoi puoi tirarti indietro, ma sappi che solo tu puoi usarla e un tuo rifiuto condannerebbe questa terra, questo è quanto dovevo dirti. Si dia inizio al pranzo!” “Ma hai sentito? Invecchierò?” – e Maragh, con lo sguardo tranquillizzante “ Si, ma non devi preoccuparti. E’ il ciclo della vita, nulla si genera dal nulla. Anche una spada fantastica come Excalibur ha bisogno di attingere poteri da qualche parte. La sua fonte di energia è il tuo rarissimo e prezioso sangue.” – Allora Seifer, tra un boccone e l’altro – “Questo significa che se rimanessi trasformato per troppo tempo potrei anche morire” – “Tecnicamente è così ma non conosciamo i “tempi” di consumo del tuo corpo, e comunque tu usa la spada solo se è strettamente necessario”. Allora Seifer “Credo proprio che farò così, ma dovrò fare allora un addestramento per migliorare le mie qualità da combattente. Ma adesso mangiamo, sono affamato. Ne parliamo dopo.” Intanto nel magazzino… due ragazzi cercano qualcosa… “Ant, guarda qua, che ne dici di quest’armatura? E’ bella e sembra della mia taglia. Che dici? – “Si, si è bella, ma la mia è meglio, guarda qui! Con questo dragone alato al centro del petto. Mi sembra di stare a preparare una partita a Dungeons, solo che qui è in gioco la nostra vita”. – I due ragazzi continuano a parlottare e alla fine sono pronti. Hanno scelto delle armature leggere, non hanno la prestanza fisica per portarne altre. Cuoi borchiato per Antony, corazza di maglia per Andrew. Entrambe recano sul petto lo stemma del dragone alato, mentre i due scudi sono differenti. Antony sceglie uno scudo piccolo, tondo e maneggevole, mentre Andrew uno scudo medio a V. Anche nelle armi i due hanno scelto cose differenti. Antony prende un gigantesco martello da guerra, Andrew una lancia. Adesso sono pronti per affrontare l’avventura. Si dirigono verso il salone dove Seifer li sta aspettando. I tre si guardano negli occhi, sono pronti all’aventura, l’anno fatto tante volte, ma solo nella loro fantasia, intorno ad un tavolo. “Seifer, noi siamo pronti.” – Senza parlare il loro compagno china il capo in segno di approvazione e si avvicina verso di loro – “Non so come andrà questa avventura, ma siete le uniche persone con cui vorrei attraversare il baratro. Oggi e per sempre le nostre vite ci sono state assegnare reciprocamente. Ci guarderemo le spalle a vicenda. Siamo una squadra, adesso”. Seifer allunga la mano e i suoi compagni lo seguono, adesso la loro unione è ancora più salda e forte, sanno che devono salvare la vita del loro amici, faranno di tutto per trovare quell’erba. All’improvviso, dall’oscurità esce fuori Barendos, che fa cenno ai ragazzi di avvicinarsi. I tre, uno di fianco all’altro si avvicinano all’assistente della maga. “E’ il momento si andare. Il vostro amico non resisterà per molto se esistate ancora.“ Barendos fa un cenno con il braccio e dall’ascurità viene fuori un piccolo omino, alto si e no un metro e sessanta, armato con un’armatura leggera e 2 spade una lunga e uno spadino. “Lui è Svor, sarà la vostra guida in questa missione, non perdetelo, perchè non troverete la via di casa!“ . I tre guardano quell’omino che sembra un adolescente e poi fanno un cenno con il capo. Svor si avvicina ai tre e dice con una vocina flebile e appena percepibile “Adesso partiremo, passeremo il picchio dell’avvoltoio, non sarà facile. Ci sono due piccole guarnigioni di Gayndal in quella zona, speriamo di riuscire a eluderle e a tornare entro i cinque giorni.“ Arrivano due scudieri con quattro cavalli. I quattro salgono sui cavalli, poi Barendos grida “Aprite il cancello!“ e si avviano verso l’oscurità. C’è una figura sulla torre più alta che li osserva, Sorceres, li segue con lo sguardo, Seifer la sente, sa che c’è e questo lo rendo più sicuro di se. Durante il tragitto, l’atmosfera che si respira è di finto rilassamento. Andrew chiede a Seifer “Se sarà necessario dovremo combattere, io non so se sono pronto ad uccidere un altro essere umano“ – “Neanche io ero pronto, ma per la mia sopravvivenza sono stato costretto a farlo e quando sarà in gioco la tua vita, lo farai anche tu“. Antony sembra molto pensieroso, nel loro mondo era quello più legato a Flynn e adesso questa incertezza lo schiaccia. Si avvicina a Seifer “Lo abbiamo lasciato solo in balia di sconosciuti, chi ci garantisce che questa è la cosa giusta da fare? Io no mi fido“. e allora Seifer con molta calma “Non possiamo fare altro, io mi fido di Sorceres e sarebbe bene che lo facessi anche tu. Seguiremo Svor, recupereremo quella maledetta pianta e salveremo Flynn. Andrà tutto bene. Non voglio tornare più su questo discorso. La nostra priorità adesso è salvare la vita del nostro amico.” Antony si allontana, quasi impaurito dalla autorità del suo amico, cosa stava succedendo? Dopo pochi minuti Svor si gira e dice “tutti giù da cavallo, in fretta”. I ragazzi lo ascoltano, poi “Dietro quella siepe, svelti!”. Di nuovo lo ascoltano. Era molto buio, la flebile luce di una mezza luna illumina la strada, ma la visibilità è molto scarsa. La bruma sta salendo… Ad un tratto un rumore di galoppo di cavalli sempre più forte. Cinque cavalieri argentati con lo stemma del sole nero passano accanto a Seifer, lui li guarda e riconosce il generale nemico Hydaronos, colui che aveva affrontato nella battaglia di Grayscool. Corrono verso nord. Probabilmente sono diretti alla capitale. Seifer vorrebbe saltare fuori e affrontarli, in fondo sono solo cinque. Ma poi desiste, pensa alle conseguenze e alla sua priorità. Devono seguire Svor, trovare la pianta e tornare in fretta. Non possono avere distrazioni o perdite di tempo.