Allodola del ricordo,
è tuo il sangue che scorre,
è tuo e non il mio.
Allodola del ricordo,
ho stretto il pugno mio.
Allodola del ricordo,
gentile uccello finito,
non saresti dovuto venire
a beccare nella mia mano
i semi della dimenticanza.
Lo stile della scrittura, nitido e deciso, dipinge i versi di una faticosa e lenta rinascita; le parole, memori di tanto dolore, aleggiano su una malinconia conclamata.
Le illusioni che un ricordo riprendi vita non sono altro che “specchietti per le allodole”, appunto.
Gli specchi del poeta di Neuilly-sur-Seine, invece riflettono un passato duro da decifrare, ma metabolizzato e sulle cui macerie è possibile costruire un presente, lontano dai turbamenti, e sicuro di ciò che non si vuole ci sia più nella propria vita.
Il ricordo e la sua assenza non si oppongono, non lottano tra loro, ma si mandano baci inversamente proporzionali.
Ricordare è sempre il primo passo per dimenticare.