La scalata degli Smartphone nel mercato delle nuove tecnologie sembra, ormai, inarrestabile; grazie a funzionalità sempre nuove, ad applicazioni realistiche (le ultime sono le immagini olografiche in 3D), si prevede un raddoppio della quantità di smartphone venduti entro il 2017. Anche la quantità di tablet in circolazione è in progressivo aumento; nell’ultimo anno le vendite hanno raggiunto la cifra impressionante di 227 milioni di euro, destinata anche lei a raddoppiare in breve tempo. A facilitare le vendite è l’interesse manifestato da tutte le fasce d’età nei confronti di questi supporti e la facilità di acquisto permessa dai moltissimi negozi online grazie alle infinite offerte di smartphone di qualsiasi modello e prestazione ( come ad esempio questi ) in web shop specializzati e superstore.
Per quanto riguarda le caratteristiche di smartphone e tablet nel futuro più prossimo, si cercherà di renderli sempre più utili nelle diverse situazioni della vita di tutti i giorni, puntando ad aumentare in tempi brevi la potenza degli stessi e la capacità di archiviazione.
A rendere lo smartphone e il tablet strumenti irresistibile sono soprattutto le app, spesso disponibili gratuitamente; ne esistono davvero di tutti i tipi e per tutti gli interessi.
Purtroppo, accanto ad app di indubbia utilità ed efficacia, ne esistono altre decisamente pericolose per la sicurezza dei dati dell’utilizzatore del supporto, che potrebbero essere estrapolati e poi trasferiti a terze persone senza che vi sia un consenso da parte del proprietario stesso, comportando seri rischi per la privacy.
I dati personali rubati possono riguardare gli utenti sia direttamente che indirettamente, come indirizzi, informazioni sulla localizzazione geografica, dati bancari e immagini.
In teoria la legislazione Ue garantisce ad ogni il diritto di decidere se fornire o meno i propri dati personali ma, nella realtà, ciò non avviene. Inoltre, altri rischi derivano dall’insufficienza delle misure di sicurezza dei dispositivi stessi.
Sulla questione è intervenuto Antonello Soro, il presidente dell’Autorità italiana per la privacy, nel promuovere un’indagine (coordinata dal GPEN , ossia il Global Privacy Enforcement Network, network internazionale per la cooperazione tra le diverse autorità garanti della privacy nazionali) che avrà luogo nei giorni compresi tra il 12 e il 18 di maggio.
Tale indagine, dal nome “privacy sweep 2014”, sarà condotta a tappeto da 28 autorità internazionali e si occuperà di verificare 50 app, attualmente disponibili sulle diverse piattaforme, verificandone le caratteristiche.
Una volta esaminate, in autunno verrà deciso quali promuovere e quali bocciare; queste ultime non potranno più essere diffuse, e gli autori saranno soggetti a multe salate.
In particolare, le autorità italiane concentreranno le loro azioni sulle applicazioni mediche, per verificare il livello di trasparenza delle stesse nell’utilizzo delle informazioni personali degli utenti e l’effettiva richiesta di autorizzazione per il trattamento dei dati sensibili. Grazie a questa iniziativa, secondo quanto dichiarato dalle autority, si riuscirà ad accrescere la consapevolezza sulla necessità di proteggere i dati personali degli utenti, sensibilizzando contemporaneamente gli stessi sul rischio di scaricare applicazioni il cui autore non sia identificabile.