Napoli – Il 7 Febbraio, alla galleria Alfonso Artiaco, è stata presentata la personale di Giulio Paolini “Red Carpet” costituita da lavori di grande formato e studi inediti su carta.
Paolini nasce a Genova nel 1940, il suo percorso inizia intorno agli anni ’60; associato all’Arte Povera viene ad inserirsi per i mutamenti nel suo linguaggio nell’ambito del concettuale. Per Paolini la ricerca è incentrata sull’elaborazione di un nuovo codice espressivo volto al coinvolgimento dello spettatore e trascendente le intenzioni dell’artista.
L’allestimento sottolinea le forme creando un dialogo coerente tra le opere ed invitando il pubblico a ricercare il senso dell’azione. Nell’opera a cui si ispira il titolo dell’esposizione, l’ambito tappeto rosso calcato dagli ospiti illustri in occasione di importanti cerimonie si trasforma nel dramma dell’esistere: macchie color sangue al suolo raccontano la sciagura di una figura ipotetica che libra sul dramma, trattenendosi su una teca in plexiglass. L’artista, per la terza volta nello spazio partenopeo, non delude le aspettative, opere che si intrecciano nelle varie sale stimolano l’osservatore a indagare su altra iconografia cercando un punto cardine che dipani la matassa di un concetto empirico che viene da lontano.